RITROVIAMOCI IL VENERDI’
Questi benedetti proverbi non è che siano proprio tanto attendibili. Si dice: “chi ben comincia è a metà dell’opera”. E’ una parola! Meno male che abbiamo cominciato bene con tre vittorie di fila in casa, se no a quest’ora staremmo già intonando il “de profundis”!
Ho dato un’occhiata al calendario; la Paganese non vince dal 19 settembre, data in cui sconfisse in casa l’Alessandria. In classifica adesso siamo ultimi con i dieci punti incamerati all’inizio del torneo. Sono quasi due mesi che non vediamo un punto che sia uno. Altro che metà dell’opera! Qua siamo proprio ai verbi difettivi …
La prima di Capuano non ha sortito gli effetti sperati, in fatto di “scossa”. Domenica scorsa in casa del Lumezzane la squadra ha disputato un onesto primo tempo; non ha saputo, però, interpretare lo spartito scritto per chi deve prima difendersi e poi contrattaccare. Dopo aver subìto un gol evitabilissimo, quando c’era bisogno di impostare la partita su un binario tattico diverso – che non poteva più essere quello dell’attesa – qualcosa si è inceppato. Sono venuti fuori così, tutti in una volta, i problemi già evidenziati nelle ultime gare; scarsa propensione alla costruzione del gioco da parte di alcuni elementi, scarsa convinzione nei propri mezzi, quasi rassegnazione davanti ad un avversario che, invece, pareva avere l’argento vivo addosso.
La reazione della squadra – dopo aver subìto un gol che per come è arrivato non sta né in cielo né in terra – è apparsa colpevolmente scontata, prevedibile, addirittura molle.
Si sapeva che mancava qualcosa in cabina di regia; ma assai spesso, soprattutto nelle prime vittoriose gare interne, il furore agonistico di alcuni calciatori aveva mascherato bene tale mancanza. In qualche occasione, giusto nelle vittoriose gare interne, si era giocato a ritmi folli sconcertando gli avversari di turno, sovrastati in nome di una condizione psicologica ed atletica mostruosa.
Domenica a Lumezzane, purtroppo, la squadra, quando doveva ribaltare il risultato o perlomeno provare a ribaltarlo, ha evidenziato preoccupanti carenza di ritmi e di iniziativa, oltre ad una condizione soprattutto mentale che sapeva tanto di inconscia rassegnazione.
Così, mi dispiace dirlo, ma non si va da nessuna parte. La squadra è parsa prevedibile, sterile, senza grinta, senza che qualcuno dei suoi componenti, dal centrocampo in poi, sia riuscito mai ad arrivare primo su un pallone spedito in avanti più con la forza della disperazione che con effettiva convinzione.
Capuano non meritava un inizio del suo interregno così traumatico; lui che è un motivatore, un trascinatore, uno che non si arrende mai, ha dovuto assistere impotente ad una disfatta che non era affatto annunciata. Si pensava, infatti, che la squadra – con il cambio dell’allenatore – almeno sotto il profilo psicologico potesse trarre qualcosa proprio dal carattere vincente del suo condottiero.
Nessuno si aspettava miracoli, sia ben chiaro, perché in poche sedute di allenamento non era umanamente possibile assimilare il credo tattico di Capuano. Ma nemmeno ci si attendeva che la squadra, una volta passata in svantaggio, giocasse la seconda parte della gara in un modo scontato e piatto, senza un acuto, senza mai portare serie minacce alla porta avversaria.
Una nota positiva viene dall’arrivo di Fusco che ha portato maggiore solidità alla difesa; la stessa, con tre centrali di sicuro affidamento, appare più salda, più protetta, più sicura.
E’ da questo dato di ordine tattico che bisogna ripartire subito; più solidità difensiva significa poter contare su qualcosa che ti dà garanzia, significa poter andare oltre, significa – a spalle coperte – poter organizzare più tranquillamente la fase offensiva della squadra che in questo momento è quella che dà serie preoccupazioni.
A questo punto è attesa l’opera di ricostruzione soprattutto psicologica che deve arrivare da Eziolino Capuano. Questi atleti non erano campioni quando vincevano contro Verona ed Alessandria, non sono certamente diventati delle schiappe da un mese e mezzo a questa parte.
Se si parte da questo assunto, che deve diventare la base di partenza di ogni futura elucubrazione, anche tattica, si può guardare con più fiducia alle prossime impegnative gare.
Per intanto è necessario invertire da subito la rotta; servono punti, arrivino come arrivino.
Caro Eziolino Capuano, a questo punto siamo nelle tue mani.
Nino Ruggiero
(Trasmissione “Azzurrissima” di Telenuova, sabato 12 novembre 2010)
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