Così è (anche se non vi pare)
“E’ morto il re, viva il re!” – si diceva tanti anni fa, quando si verificava una successione al trono. Il popolo era felice perché si era liberato di un monarca considerato tiranno e festeggiava l’arrivo del suo successore al trono convinto che ci sarebbero stati miglioramenti per tutti.
A dimostrazione del fatto che nel calcio contano i risultati, il buon Pino Palumbo, allenatore serio, preparato, un po’ testardo ancorché mai troppo baciato dalla fortuna, ha smontato baracca e burattini e se n’è tornato a casa. La sua avventura è durata poco, l’espace d’un matin, lo spazio di un mattino, e non è stata suffragata dai risultati che nel calcio sono tutto, anche se più d’uno ancora si affanna a dire che conta soprattutto il bel gioco. Il guaio di Palumbo è stato che nemmeno il bel gioco si è più visto dopo uno scoppiettante e promettente inizio di campionato nella vittoriosa gara con il Verona.
Si dice anche, tirando in causa i proverbi, “chi ben comincia è a metà dell’opera”; ma anche i proverbi non sono sempre infallibili, se è vero, come è vero, che dopo aver conseguito tre vittorie di fila nei primi tre incontri casalinghi con piazzamento al secondo posto in classifica, in questo momento la Paganese si trova malinconicamente invischiata nelle zone basse della graduatoria.
“Colpa di Palumbo” – starete sentenziando, scuotendo il capo, in molti. Colpa anche di Palumbo, dico io. Palumbo è solo uno dei responsabili dei guasti della squadra, sicuramente il più esposto, di certo il parafulmine di tutti i risultati negativi a catena che hanno caratterizzato le prestazioni della squadra da un mese e mezzo a questa parte.
Quando i risultati si fanno attendere, la soluzione più ovvia, più naturale e meno indolore è il cambio del manico: di certo una squadra come la Paganese, risicata nell’organico, non potrebbe mai permettersi di mandar via tre o quattro giocatori, anche se il loro rendimento lascia a desiderare. E’ l’allenatore che paga per tutti; per quello che di sbagliato ha potuto mettere in essere dal punto di vista tattico; per quello che doveva essere e non è stato; persino per un passaggio sbagliato di un proprio calciatore che causa un gol assurdo nella propria porta.
“E’ morto il re, viva il re!”, dicevo all’inizio. D’obbligo – dopo un saluto doveroso a Palumbo – il benvenuto ad Eziolino Capuano, allenatore il cui carattere verace ed esplosivo si sposa perfettamente con l’animo sanguigno del vero paganese.
In questo particolare momento da due novembre, solo un allenatore sicuro del fatto suo, con una forte personalità, con atteggiamenti forse anche un po’ guasconi ma con una larga veduta in tema di impostazione tattica della squadra, avrebbe potuto riportare in alto prima il morale e poi – ce lo auguriamo tutti – anche la squadra.
Con Capuano è arrivato subito anche Luca Fusco, un calciatore che non ha bisogno di presentazioni per aver militato a lungo nella Salernitana in serie A, B e C. Fusco dovrebbe diventare punto di riferimento di una difesa che – stando al credo tattico di Capuano – verosimilmente si schiererà con tre difensori centrali. Dunque, innanzitutto non prenderle; poi pensare anche a controbattere le offensive avversarie per arrivare finalmente a fare qualche risultato anche in trasferta.
Domenica sera avevo già ascoltato alcune dichiarazioni del neo allenatore nel corso della trasmissione sportiva di “Lira Tv”. Con Raffaele Trapani, collegato per telefono, Eziolino aveva già fatto intendere di essere pronto ad affrontare la nuova avventura a Pagani. Tra l’altro aveva affermato, con il piglio di chi sa il fatto suo, che la Paganese di oggi deve essere considerata senza ombra di dubbio la più forte fra tutte quelle allestite negli ultimi anni, dalla C2 alla C1.
Una dichiarazione forte e responsabile che lascia ben sperare per il futuro della Paganese e che adesso attende solo di essere confortata dai risultati.
Si sentiva proprio il bisogno nell’ambiente di una iniezione di fiducia dopo le recenti disavventure che avevano portato la squadra nelle zone bassissime della classifica. E’ chiaro, però, che non tutto sarà risolto con un colpo di bacchetta magica. Capuano dovrà individuare, se non lo ha già fatto, visto che conosce bene la rosa dei titolari a disposizione, la cause che hanno portato la squadra a fare il passo del gambero; e dovrà eliminarle. Sicuramente – dopo l’arrivo di Fusco – chiederà qualche altro rinforzo probabilmente per dare più qualità al centrocampo. Ma non sarà facile individuare in questo periodo qualche giocatore che possa essere considerato già abile e arruolato. E’ probabile che si debba aspettare dicembre, quando saranno riaperte le liste di trasferimento. L’importante è individuare le pedine giuste che servono alla squadra. Errori non possono essere ammessi.
Aspettiamoci anche qualche cambiamento tattico da subito, anche se con le squalifiche di Panini e di Sciannamè, con una rosa risicata numericamente, non ci sarà molto da scegliere.
Per intanto – fortunatamente – si respira aria nuova intorno alla squadra e nell’ambiente. Due trasferte consecutive non rappresentano per Capuano proprio una prospettiva ideale; saranno però il banco di prova per vedere all’opera una squadra con un atteggiamento tattico diverso; che penserà prima a non prenderle e poi … chissà!
In bocca al lupo.
Nino Ruggiero
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