Così è (anche se non vi pare)
Il buco che non ti aspetti. Ne avevamo già piene le tasche di buchi, buchini, buchetti. Già la letteratura politica-economica di questi tempi fa sfoggio di tutta una serie di vocaboli riportanti ai deficit di bilancio statale. Buco di qua, buco di là. Bisogna ripianare i conti, tentare di chiudere il disastroso buco del bilancio statale che fa acqua da tutte le parti. E tutto a spese della collettività, a spese della classe meno abbiente che paga sempre in prima persona quando c’è da fare sacrifici. Ma che dovessimo fare i conti con un buco anche in una partita di calcio, beh! onestamente mi pare che si stia un po’ esagerando!
Si gioca di sera Paganese-Latina, davanti alle telecamere di Sportitalia. Orario comodo, alle diciotto. Spalti finalmente più folti. Non è il pubblico delle grandi occasioni, ma la partecipazione c’è e il colpo d’occhio è di quelli che incantano. Bella coreografia nella zona dei distinti; partecipazione finalmente più massiccia e goliardica in curva nord. Fila via il primo tempo con azioni importanti da una parte e dall’altra. Ma il risultato resta fermo sullo zero a zero.
Nell’intervallo il patatrac. Un addetto del campo, uno di quelli che, nella pausa tra primo e secondo tempo, cercano di sistemare le zolle del terreno che inevitabilmente hanno bisogno di un ritocchino, si ferma qualche istante in più nella zona centrale del campo agitando una specie di bastone per sistemare una zolla ribelle che sembra non voler trovare ospitalità nel terreno di gioco. Batti una volta, batti un’altra, c’è una specie di cedimento del terreno in quel punto del campo. Si tratta di un vero e proprio buco, una specie di fossa che si apre nel terreno di gioco. In tanti l’hanno poi chiamato voragine, esagerando certamente perché la voragine è tutt’altra cosa; ma il buco è lì, c’è e si dovrebbe ripianare.
Il tentativo di ripianare il buco del bilancio statale – quello grosso, quasi incolmabile – viene addossato ai poveri cittadini inermi che soffrono e pagano senza per questo avere nemmeno certezza della buona riuscita dell’operazione. Quello del campo – che non è una voragine, come smisuratamente descritto – viene effettuato da un manipolo di volontari che con una improvvisata carriola vanno avanti e indietro nel tentativo di sistemare la falla.
Il buco viene riempito a dovere; il terreno sembra essere in sicurezza, con improvvisati tecnici che saltellano sul punto dolente per far intendere che non c’è alcun pericolo di smottamento: che adesso quel terreno è sicuro. Ma di diverso avviso sono i calciatori del Latina che fanno capire subito di non essere affatto intenzionati a proseguire nella disputa della gara. Ogni scusa è buona quando si intravvede la possibilità di sfruttare l’evento a proprio vantaggio. È l’arbitro però che dovrebbe decidere; e decide alla Ponzio Pilato: fine delle trasmissioni, partita chiusa per impraticabilità di campo.
Adesso sul punto si aprono inquietanti interrogativi. Punto primo: perché l’arbitro non ha aspettato i canonici quarantacinque minuti prima di decretare la sospensione della gara per “impraticabilità di campo”? Punto secondo: perché il Latina non ha voluto proseguire una partita più che regolare su un campo che fino a prova contraria è a norma? Il secondo punto è presto svelato: la squadra pontina nel dopo gara ha presentato una poco diplomatica riserva scritta chiedendo in pratica la vittoria a tavolino.
Che brutto affare per il calcio! Ogni occasione è buona e presa a pretesto per svincolare da quello che dovrebbe essere il responso del campo, che è giudice inappellabile. Brutto affare anche per gli organi giudicanti che verosimilmente avranno due versioni da prendere in considerazione. Quella della Paganese che si avvarrà dei tecnici – ivi compresi i vigili del fuoco – che si sono succeduti nel sopralluogo dopo che la buca era stata sistemata in tempi anche brevi; quella del Latina che chiederà – cosa che ha già fatto, presentando la riserva scritta – la vittoria a tavolino per responsabilità oggettiva della società ospitante.
Se il calcio è ancora uno sport credibile, solo una ripetizione della gara potrà sanare ogni posizione di parte. Il responso – considerato che non mi pare possano essere invocate responsabilità oggettive, vista anche la prontezza con la quale la buca è stata sistemata a dovere – darà la possibilità alle due squadre di giocarsela sul campo. È sul terreno di gioco che le partite vanno vinte, non sui freddi tavoli della giustizia sportiva.
Nino Ruggiero
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