È finita con un pareggio che non leva e non mette niente nel discorso ancora in atto per la prima poltrona del girone. La Paganese ci teneva a dimostrare di poter competere con tutte le candidate al primato e ha impegnato severamente la Gelbison che è uscita indenne dal “Marcello Torre” grazie alla sbadataggine del direttore di gara che non ha rilevato un fallo grosso quanto una casa commesso nella ripresa in piena area su uno scatenato Gianmarco De Feo.
È vero che determinate partite possono essere influenzate da decisioni, prese o non prese; ma nel calcio bisogna sempre fare i conti con l’imprevedibilità.
Detto quello che doverosamente andava detto, bisogna però aggiungere anche che alla fine il pareggio può essere considerato giusto perché la Gelbison ha dimostrato di essere una squadra costruita per vincere e che non si trova in vetta per caso. Lo prova il fatto che, pur in svantaggio per una rete a zero, si è riorganizzata, ha cambiato qualcosa nel suo assetto tattico ed è riuscita a pareggiare la partita.
La Paganese ha giocato una buona gara denotando tutte le caratteristiche che hanno accompagnato il suo cammino. Forse alla fine è mancato lo sfizio di aver messo sotto l’attuale capolista; ma non si può nemmeno dire che la partita di oggi è stata decisiva per il campionato degli azzurrostellati, da considerare positivo in ogni senso.
Allenatore Raffaele Esposito. Oramai sembra aver trovato la soluzione giusta per avere una squadra più quadrata e omogenea dal punto di vista dello schieramento tattico. La formula dei tre difensori centrali, assistiti da due giovani cursori di fascia destra e sinistra, funziona come meglio non potrebbe. Inoltre, ha avuto il merito di aver recuperato i due De Feo che hanno rivitalizzato centrocampo e attacco.
Spurio – Ancora una volta risulta decisivo con i suoi interventi misurati e tempestivi. Non per niente viene indicato quasi sempre tra i migliori in campo.
Galizia – Gioca con l’autorevolezza di un veterano e lascia poco spazio agli attaccanti che si avventurano nella sua zona.
Esposito – Sembra aver recuperato la migliore forma e si esprime con grande personalità soprattutto quando diventa più pratico e meno lezioso.
(dal 19′ st Zugaro) – Trova un campo inzuppato d’acqua e si deve industriare per fare viaggiare il pallone di prima.
Dicorato – Oramai è un punto fermo della formazione e i suoi movimenti difensivi danno buona tranquillità al reparto.
Malvestuto – Trova spazio sulla destra in funzione di incursore ma non disdegna di dare una mano alla difesa quando occorre. Dimostra di avere tutte le carte in regola per migliorare ancora.
Mancino – Gioca con l’argento vivo addosso e riesce a farsi spazio nella difesa avversaria dialogando con i compagni di reparto. È delizioso quando si incunea nelle maglie della difesa avversaria.
(dal 36′ st Del Gesso) – Pochi minuti in campo, ma anche tanta sostanza.
Bucolo – Tiene come sempre i fili della manovra di centrocampo e dimostra di essere l’uomo chiave da cui non si può prescindere.
(dal 43′ st Boccia) – Troppo poco in campo per una corretta valutazione.
F. De Feo – Adesso sembra che abbia preso gusto a mettere a segno gol decisivi. È proprio diventato l’uomo della Provvidenza perché riesce a interpretare tutte le parti che l’allenatore gli assegna.
Fierro – Altra buona prestazione per lui sulla fascia sinistra dello schieramento. Sta acquistando sicurezza e padronanza del ruolo nonostante sia un “under”.
G. De Feo – È tornato a essere il giocatore che tutti aspettavano. Le sue accelerazioni da trequartista di centrocampo fanno male. Peccato che non sia stato rilevato un fallo ai suoi danni che avrebbe potuto cambiare le sorti della gara. È da annoverare tra i migliori
(dal 28′ st Ricci) – Poco in campo per una valutazione.
D’Angelo – Si disimpegna con grande mestiere specie nella prima parte della gara quando viene servito con una certa continuità.
(dal 26′ st Ferreira) – Anche per lui poco tempo per poter dimostrare di essere pronto e arruolabile.
(foto Paganese calcio)
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