La sterzata tattica impressa alla Paganese da Raffaele Esposito sta dando i frutti sperati. Il fatto di aver spostato in avanti il baricentro del gioco, potendo contare su tre attaccanti degni di questo nome, la dice lunga sulle intenzioni di non mollare la presa in vista dell’ultima parte del campionato.
A dire il vero, domenica scorsa gli azzurrostellati sono sembrati pervasi da uno spirito diverso e la nuova disposizione tattica con cui si sono schierati potrebbe essere foriera di positività. La squadra ha giocato con una difesa schierata a quattro e ha presentato sugli esterni due elementi under freschi di nomina, Malvestuto a destra e Fierro a sinistra. A centrocampo Bucolo ha potuto contare sull’altro under Petrosino e sulla mobilità di Mancino che si è sfiancato in un ruolo di raccordo a ridosso degli attaccanti. Le note positive investono proprio questi ultimi (Faella, Ferreira e F. De Feo) che si sono interscambiati di ruolo senza mai dare riferimenti costanti alla difesa trasteverina.
Ebbene, possiamo dire che la mossa tattica voluta da Raffaele Esposito ha dato i frutti sperati anche dal punto di vista comportamentale, giacchè la squadra ha tenuto sempre lo stesso ritmo per tutta la partita e soprattutto – in un periodo in cui oramai non ci si può accontentare di pareggi striminziti – ha dimostrato di poter ancora dire qualche autorevole parola nel discorso che investe le prime posizioni di classifica.
Raffaele Esposito, cui va il merito di avere tenuto saldamente le redini della squadra anche nei momenti meno felici, ha voluto imprimere alla Paganese una nuova identità tattica. E sul punto non possiamo che essere d’accordo, soprattutto perché quando, da posizioni non proprio congrue, si rincorre per arrivare in alto, non si può pensare di poterci arrivare con il freno a mano tirato. Intendiamoci: questo modo di giocare non costituisce la panacea nello svariato modo di affrontare una partita di calcio. Lo è solo perché – se si vuole tentare l’impossibile, come nel caso specifico che ci interessa più da vicino – bisogna mettere in campo elementi di valore, rischiando anche qualcosa in tema di tenuta generale e di equilibrio tattico. Ecco perché ieri, nel consueto pagellone di fine gara, in tema di valutazione della squadra nel suo complesso, ho fatto riferimento alla coperta corta. Purtroppo quando la coperta è corta bisogna fare gli equilibristi. O proteggi per bene la difesa o ti sbilanci per arrivare al gol. Il difficile è arrivare a un compromesso tattico. Non si può pensare di attaccare per novanta e più minuti e contemporaneamente fornire protezione alla difesa, bisognevole di essere adeguatamente tutelata. Ma nel caso di specie, trattandosi di dover rincorrere e di recuperare posizioni, mi sembra anche normale che la squadra rischi qualcosa di tema di solidità difensiva e si affidi alla batteria di collaudati attaccanti che, manco a farlo apposta, in questo periodo stanno esprimendo tutto il potenziale di cui dispongono.
Di certo non avremo mai una controprova per valutare il cammino fin qui percorso dalla squadra e non sapremo mai se questo tipo di atteggiamento tattico avrebbe potuto portare a risultati diversi, se attuato fin dall’inizio. Sappiamo solo che la squadra ha fatto tutto per intero il suo dovere e che ha mantenuto fede al programma stilato prima che il campionato avesse inizio.
Altra cosa sono i sogni e le aspettative. Quelli li abbiamo tutti. E non tramontano mai!
(foto Paganese calcio)
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