Un’imbarcata così, dopo un primo tempo concluso in vantaggio, non l’avrebbe immaginata nemmeno un acerrimo nemico della Paganese. E invece a Sassari, contro la locale squadra, per gli azzurrostellati nel secondo tempo è calata una specie di nebbia invisibile che ha condizionato l’esito della partita. La squadra locale, dopo aver chiuso il primo tempo in svantaggio di una rete a zero, è tornata in campo con il piglio di chi vuole subito ottenere qualcosa di concreto. Di fronte ha trovato una Paganese che, stranamente, ha sofferto più del dovuto la pressione degli avversari già dalla zona centrale del campo. Stavolta Esposito e compagni non sono parsi impeccabili nello schieramento difensivo e hanno concesso qualche licenza in più agli avversari, prima sul pareggio arrivato nei primi minuti della ripresa e poi, successivamente, quando la disfatta è scoppiata nella sua interezza e la Paganese ne è uscita con le ossa rotte.
Finisce così il girone di andata nel peggiore dei modi, non tanto per una sconfitta che nel calcio deve essere sempre messa in conto, quanto per il modo con cui è scaturita. Una brutta mazzata per la squadra che probabilmente – illusoriamente – aveva fatto i conti senza l’oste. E così non va bene.
Vediamo come si sono comportati gli interpreti della partita
Allenatore Raffaele Esposito – Ancora una volta ha dovuto fare i conti con parecchie assenze importanti. Lo schieramento iniziale era parso equilibrato, con il primo utilizzo di Ricci, nella zona centrale del campo. Alla squadra però è mancata la forza di mettere al sicuro il risultato dopo il gol realizzato da Faella su calcio di rigore. Da responsabile tecnico, dovrebbe cercare di capire perché la squadra ha difettato della solita determinazione maniacale soprattutto negli uomini deputati alla difesa, che si sono fatti infilare come polli in occasione delle segnature subite. Deconcentrazione o cos’altro?
Spurio – Stavolta nulla ha potuto per evitare una storica debacle. Poche le responsabilità sui quattro gol incassati ma anche lui è sembrato come frastornato a differenza di altre volte quando si è eretto ad ultimo baluardo
Galizia – Comincia bene in funzione di terzo difensore a destra dello schieramento. Crolla nella ripresa quando la squadra si fa infilare facilmente dai contropiede avversari. La più brutta partita da quando è a Pagani
Esposito – Non assicura la solita sicurezza in difesa, specie nella seconda parte della gara quando sembra sul punto di chiedere la sostituzione dopo aver accusato problemi muscolari
Zugaro – Gioca la sua onesta partita soprattutto nel primo tempo quando si fa vedere anche in fase di proposizione del gioco. Alla distanza viene coinvolto suo malgrado nel disordine tattico caratterizzato da una difesa apparsa ballerina su ogni attacco avversario
Ianniello – Schierato come esterno di destra a sostegno di Galizia, non riesce a dare sprint alla manovra sulla fascia di competenza. Per giunta va in affanno nella ripresa, quando si fa trovare impreparato sui contrattacchi che gli avversari portano sulla sua fascia apparsa poco guarnita
Ricci – Comincia al piccolo trotto per cercare da subito la sua posizione a ridosso del centrocampo. Ma non è fortunato perché nel giorno del suo debutto la squadra accusa un’involuzione tattica preoccupante. Gioca con mestiere cercando il dialogo che però non trova facilmente ed esce dopo una esibizione poco valutabile
(dal 22’ st Di Masi)– Poco tempo per dimostrare il suo valore
Bucolo – È forse uno dei pochi che cerca in tutti i modi di tenere i fili del gioco fino all’ultimo. Gli riesce meno bene del solito perché la squadra nel complesso sembra non rispondere alle sue sollecitazioni e al suo modo di intendere
De Angelis – Torna in campo nel delicato ruolo di esterno sinistro a ridosso di Zugaro e come sempre si distingue per il suo gioco ordinato e geometrico nella prima parte della gara. Poi naufraga come l’intero reparto difensivo nel secondo tempo
(dal 22’ st Langella) – Troppo poco in campo per una corretta valutazione
Mancino – Cerca in tutti i modi di costituire un ponte tra centrocampo e attacco per dare spazio alle manovre offensive della squadra ma gli riesce poco perchè la giornata non è proprio adatta per evidenziare le sue indubbie qualità tecniche
Coratella – Fa di tutto per rendersi utile alla manovra di attacco ma è stretto nella morsa di due difensori centrali che non gli danno tregua.
Faella – Arriva per lui, su calcio di rigore, la rete che lo consacra capocannoniere del girone. Costituisce come sempre la punta di diamante della squadra e colpisce anche un palo nel secondo tempo. Si conferma punto di forza della squadra.
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