Sì, nel calcio ci può essere una giornata storta anche se con quella di ieri, dopo Cassino, le giornate storte passano a due. Può anche andare bene se le ambizioni di classifica restano minime; va meno bene se i traguardi da raggiungere sono altri.
Chiariamoci. La squadra, così com’è, sta mantenendo fede al programma di minima stilato quando c’è stato bisogno di darsi una mossa in tema di allestimento della stessa senza fare passi più lunghi della gamba. Le cose sono andate per il verso giusto, come sperato e, anzi, man mano, con i risultati acquisiti, qualcuno si è chiesto – legittimamente, dopo essersi guardato intorno – se non fosse il caso di poter aspirare a qualcosa in più di un semplice mantenimento della categoria. Lo hanno pensato in tanti.
E pensate che anche il neo patron Cardillo, eletto a beniamino del pubblico per il suo parlare sempre chiaro e con il cuore in mano, non abbia pensato che in fondo – magari con qualche aggiustamento in corso d’opera – qualcosa in più non si potesse davvero ottenere? Ed ecco arrivare nuova linfa alle potenzialità della squadra con l’acquisto di De Feo, attaccante dal passato prestigioso.
Tre vittorie consecutive, in trasferta con Trastevere e Olbia e in casa con la Lodigiani, autorizzavano a ben guardare con fiducia al futuro più prossimo. E volete che la fantasia del tifoso sempre pronta a spiccare voli pindarici non si dovesse sbizzarrire?
La sconfitta patita con il Savoia ha lasciato interdetti. La Paganese ha steccato malamente non tanto per il risultato, quanto per un atteggiamento che ha evidenziato carenze piuttosto preoccupanti in tema di carattere. La squadra ha peccato soprattutto dal centrocampo in avanti con calciatori poveri di idee nella fase di costruzione del gioco e di concretezza sotto rete. Si sa che nel calcio contano solo i risultati, a prescindere dalle prestazioni belle o brutte.
Ho già detto parecchio subito dopo la gara per quello che riguarda le prestazioni dei singoli ed è forse solo il caso di parlare dell’andamento complessivo della partita. Di certo non va trascurato il particolare del rigore fallito quando il Savoia conduceva in virtù del gol messo a segno da Maniero. Ma bisogna mettere in conto anche che i rigori si possono sbagliare. Per questo non va crocifisso Coratella. Il Savoia ha solo raccolto quello che gli veniva offerto su un piatto d’argento.
Qualche “mea culpa” credo sia giusto recitarlo in casa azzurro-stellata, nella speranza che una prestazione negativa possa essere presto dimenticata.
Intanto, quel qualcosa in più in tema di aspirazioni, è rimasto al palo.
Il problema delle ambizioni è ancora lontano dall’essere chiarito e probabilmente bisognerà ancora convivere con l’atroce dubbio: con quell’essere o non essere che tormenta le fantasie dei più.
(foto Paganese calcio)
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