È proprio un buon momento quello attraversato dalla Paganese. Il nuovo anno ha portato alla ribalta una squadra rigenerata e sicura di sé che ha non solo raccolto tre punti preziosi ma ha anche dato dimostrazione di bel gioco. Gli ultimi aggiustamenti tattici proposti da Massimo Agovino hanno restituito al fine palato dei tifosi paganesi una compagine brillante e quadrata che ha onorato l’etimologia della parola “squadra”.
“Squadra”, definizione dall’enciclopedia Treccani: “Nello sport, formazione organica che prende parte, come insieme unitario, a competizioni collettive (omissis) … gioco di squadra, soprattutto per indicarne la compattezza, il coordinamento”.
Perché cito la definizione? Perché si fa spesso confusione sul concetto che si possa arrivare al risultato positivo e al successo puntando quasi esclusivamente sulle giocate dei singoli. Molte squadre soprattutto nella fase di calciomercato che contempla il cosiddetto “mercato di riparazione” comprano giocatori all’ingrosso. Ci sono società che in questa sessione invernale addirittura hanno ingaggiato nove-dieci calciatori. Giocatori che vanno e vengono dalla sede sociale, una vera e propria Stazione Termini. Si comprano e si ingaggiano elementi dal buon passato senza minimamente pensare al fatto che il calcio è un gioco di squadra e che c’è bisogno di tempo per assemblare una nuova compagine. Per molti di loro fa fede solo il nome, non altro. Purtroppo, o per fortuna, non è così. I singoli sono risorse importanti per un squadra che abbia buone mire di classifica, e spesso sono determinanti, ma è il concetto di squadra nel suo insieme, nei suoi meccanismi, che porta al successo.
Queste cose Agovino le conosce molto bene perché é uomo di calcio vero e sa cosa significa avere tra le mani una compagine affiatata e compatta. Su questo ha lavorato fin dal primo momento in cui ha preso e redini in mano, pur nella ristrettezza economica dovuta a un cambio dell’assetto societario.
Oggi, l’attuale Paganese – nonostante qualche limite tecnico – dimostra di avere un’ossatura consolidata con atleti che si intendono e si completano a vicenda perché ognuno sa a memoria non solo la parte che deve recitare ma anche quella del compagno nel discorso tecnico-tattico che caratterizza l’andamento di una partita di calcio. A Barletta, a prescindere dal risultato, la Paganese ha dimostrato soprattutto di avere personalità e di saper imporre il proprio gioco fatto di intese, raddoppi, ripartenze, frutto indubbio di un’armonia tecnico-tattica che esalta la qualità del gioco collettivo. Delle prestazioni dei singoli ho già detto quasi tutto nella compilazione del solito pagellone di fine partita. Dico solo che se al conclamato gioco di squadra ogni tanto si aggiunge una perla balistica come quella di Faiello che ha consentito alla squadra di espugnare il terreno pugliese, tanto di guadagnato perché la qualità dei singoli – in presenza di una buona armonia tattica – è sempre bene accetta.
Adesso, dopo le significative prove contro l’Angri, il Fasano e il Barletta, dobbiamo solo augurarci che gli azzurro-stellati riescano ad essere più concreti in zona gol. Se le cose stanno così, come descritte – starete pensando – altro che salvezza, possiamo pure puntare su qualcosa in più della semplice salvezza.
La parola passa al campo. Vediamo che succede.
(Foto Sergio Porcelli – Asd Barletta 1922)
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