Alzati e cammina; anzi, alzati e corri come sai fare tu. La foto che pubblichiamo è emblematica del momento attraversato dalla Paganese. A terra, stremato, a fine partita c’è Coquin, uno di quelli che non si arrende mai, cui tende una mano per rialzarsi un calciatore del Casarano. Ce l’aveva messa tutta, Coquin, ultimo ad arrendersi a un risultato avverso; fino all’ultimo aveva ingranato la marcia, soprattutto sulla corsia di sinistra, nel vano tentativo di arrivare perlomeno a un pareggio. Poi, al triplice fischio dell’arbitro, si era accasciato al suolo con un moto di stizza frammisto a dolore e rabbia per non essere riuscito a fare di più. Della partita e della prestazione dei singoli ho già detto quasi tutto ieri quando ho stilato il consueto pagellone di fine gara.
Brutto il momento attraversato dalla Paganese. La seconda sconfitta consecutiva rimediata contro il Casarano, squadra costruita per vincere, ha lasciato l’amaro in bocca a tutti; agli stessi calciatori che ce l’hanno messa tutta; al tecnico che non è riuscito a sfogare il suo disappunto nemmeno nel consueto incontro di fine partita; ai tanti tifosi che, noncuranti dell’abbondante pioggia caduta prima e durante la gara, hanno affollato le scalee del “Marcello Torre”.
Ha vinto la squadra pugliese che ha dato dimostrazione di praticità e di cinismo. Ha perso la Paganese, una squadra che gioca un buon calcio ma che non riesce più a trovare la via della porta. È bastato un colpo di testa, spalle alla porta, in torsione del centravanti Rajkovic dopo una ventina di minuti di gioco per mettere in crisi tutto l’apparato tecnico-tattico predisposto da Massimo Agovino. Su un terreno che, man mano, con il trascorrere del tempo e della pioggia battente, diventava sempre più pesante e al limite della praticabilità, si è consumata la lenta agonia di una sconfitta annunciata. E non basta, per trovare giustificazioni, annotare la traversa colpita nel secondo tempo e il rigore fallito da Orefice quando la lancetta del cronometro si avviava a chiudere il suo giro. Il calcio è spietato, cinico e non giustifica alcunchè. I responsi sono inappellabili ed esecutivi.
All’indomani della seconda sconfitta consecutiva, fermo restando il progetto di minima individuato nella salvezza, c’è da interrogarsi sul futuro più prossimo. Nelle segrete stanze deputate solitamente agli incontri tra le parti, dirigenti e tecnici dovranno guardarsi negli occhi e stabilire cosa è necessario fare per assicurare soprattutto alla squadra un futuro che non riservi sorprese di alcun genere.
A Pagani, in un periodo molto delicato per la vita della società azzurro-stellata, nessuno si è mai sognato di chiedere la luna a un gruppo di temerari che ci hanno messo faccia e soldi. La tifoseria è stata sempre presente, distinguendosi per passione e lungimiranza. Però bisogna anche capire che nel calcio il risultato è alla base di tutto. Non basta giocare bene e raccogliere consensi di circostanza, Agovino, cui va la fiducia e il compiacimento per quanto fatto fino a questo momento, queste cose le sa bene ma dovrà esporre il suo pensiero in maniera chiara e incontrovertibile soprattutto quando si tratterà, a breve, di pensare a qualche indispensabile correttivo. Dicembre è ormai fuori la porta e sicuramente porterà delle novità in tema di campagna acquisti.
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