Cento e più anni fa, una celebre canzone napoletana “Santa Lucia luntana“, versi e musica di E. A. Mario, recitava “partono i bastimenti per terre assai luntane…”. Partivano per l”America i bastimenti, zeppi di persone che andavano alla ricerca di lavoro e di un mondo migliore. Oggi, alle soglie di agosto 2023, scusate l’irriverente metafora, non partono più i bastimenti per terre assai lontane ma parte, destinazione Chianciano Terme, in Toscana, un pullman con tecnici, addetti ai lavori e calciatori che dovrebbero rappresentare degnamente la Paganese nel prossimo campionato di serie D. Alcuni partono con biglietto di sola andata: sono atleti senza contratto che contano di convincere Agovino sulla bontà delle loro doti. Un classico per squadre non professionistiche.
Perchè ho usato “dovrebbero” (condizionale) e non “rappresenteranno” (futuro)? Perchè tutto è ancora da definire per la squadra nel suo insieme.
Sapete quanto lungo e sofferto è stato l’iter che si è dovuto seguire per scongiurare la scomparsa del calcio a Pagani all’indomani delle irrevocabili dimissioni di Raffaele Trapani. Quindi non mi ripeto.
Inevitabilmente ci sono stati rallentamenti e indecisioni. Una nuova società di calcio non si improvvisa dalla sera alla mattina, specie quando – in mancanza di consistenti risorse – ci si trova davanti a scelte da ponderare per bene nella speranza di non sbagliare. Quando le risorse sono poche, bisogna sbagliare il meno possibile, anche se – è risaputo – il calcio non è una scienza esatta e due più due non sempre fa quattro.
L’allenatore Massimo Agovino e il direttore sportivo Guglielmo Accardi, con tutta la migliore buona volontà, non sono ancora riusciti, ad oggi – per motivi che probabilmente risentono della risicata consistenza del budget disponibile – a completare la squadra; ci si augura che riescano a farlo nelle prossime ore per dare un volto alla nuova Paganese e un senso compiuto alla parola “ritiro”.
Oltre agli atleti ingaggiati nei giorni scorsi e ufficializzati dalla società, pare che siano in dirittura di arrivo due elementi di un certo peso, con valigie pronte per il ritiro: il tuttofare Faiello, uno di quelli che si è fatto apprezzare nel corso dell’ultimo campionato e l’attaccante di fascia Mathieu Coquin, lo scorso anno a Tivoli. Con loro, anche due under provenienti dalla primavera della Lazio.
E forse non finisce qui la campagna estiva.
I ritiri servono a rafforzare il senso etimologico della parola “squadra”; i calciatori nel corso di un ritiro precampionato hanno la possibilità di conoscersi e di familiarizzare; il tecnico può meglio svolgere il suo lavoro tecnico-tattico perchè ha sotto controllo l’intera rosa dei calciatori.
Perchè dico tutto questo? Avrebbe poco senso, se – in partenza per un ritiro di una decina di giorni – la squadra dovesse risultare ancora priva di quegli elementi ricchi di buona personalità calcistica. Di loro non si può fare a meno, se si vuole formare una squadra dalla buona identità. Almeno buona, non proprio necessariamente ottima. Sappiamo accontentarci.
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