Ci sono appuntamenti con la storia ai quali non si può mancare perché si rischia di rimpiangerli per sempre. Sono quei momenti cruciali che non puoi perdere, quelli in cui ogni tipo di ragione si infrange sul muro della passione e del senso di appartenenza a una città prima ancora che a una squadra di calcio.
Domenica a Pagani c’è una di queste occasioni. E, badate bene, non è solo un fatto sportivo. In campo, al “Marcello Torre”, si affrontano Paganese e Pomezia. In ballo, per gli azzurrostellati c’è la possibilità di ritornare in serie C dopo appena un anno trascorso nel limbo dei dilettanti. L’imperativo è vincere. Attualmente un solo punto consente agli azzurrostellati di mantenere la vetta della classifica, inseguiti dal Sorrento, mentre alla fine del campionato mancano solo due gare: due vere e proprie finali, come Giampà ricorda da tempo a tutti i cronisti. La Paganese sarà artefice del proprio destino: solo vincendo le prossime due gare potrà non guardare ai risultati delle dirette concorrenti e riuscirà a portare a casa la promozione tra i professionisti.
All’orizzonte, dunque, ci sono due domeniche di fuoco: domani al “Torre” col Pomezia e domenica prossima a Tivoli. Il campionato, e la conseguente relativa promozione in serie C, potrebbe essere deciso al fotofinish, in due finali dal gusto di “dentro o fuori” che infiammano gli animi mai sopiti dei sostenitori azzurrostellati e che spingono i più temerari a esporre vessilli da balconi e finestre. Non è solo una questione sportiva. In una città come Pagani in cui il calcio sembra essere uno dei pochi momenti di aggregazione sociale, la posta in palio non può essere solo un fatto legato al calcio. È, invece, un fatto di identità, di senso di appartenenza e di radici.
In città da giorni in ogni dove spuntano vessilli e striscioni azzurri per festeggiare degnamente lo scudetto del Napoli, che, guarda caso, potrebbe arrivare matematicamente proprio negli stessi minuti in cui al “Torre” la Paganese si giocherà il ritorno in serie C. Allora forse è il caso di lanciare una provocazione: con il massimo rispetto e la massima simpatia per la vittoria del campionato di serie A del Napoli, addobbiamo i nostri balconi di azzurro, sì; ma aggiungiamo una stella. Quella stella è la nostra identità e ci rappresenta perché prima ancora di essere campani siamo paganesi
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