Palmese-Paganese era cominciata nel migliore dei modi. Dopo due minuti e mezzo di gioco, il tempo di dare uno sguardo alle formazioni e agli schieramenti, De Felice aveva raccolto una corta ribattuta della difesa avversaria su tiro di D’Agostino e aveva messo in rete il pallone del momentaneo zero a uno. C’erano dunque in casa azzurro stellata tutte le premesse e le condizioni favorevoli per dimostrare che i due passi falsi commessi negli incontri con Angri e Atletico Uri erano solo il frutto di giornate storte. Tutto risolto, allora? Primato salvo e rinforzato? Macchè! Risolto proprio un bel niente e primato nuovamente messo in discussione con la platea delle pretendenti alla vittoria finale che si allarga sempre di più.
Dopo la segnatura repentina di De Felice, a Palma Campania si poteva e si doveva mettere una pietra tombale sulla vittoria. Lo fanno le squadre costruite per vincere che sanno ripiegare e chiudersi quel tanto che serve a far sbilanciare gli avversari per poi colpirle mortalmente in contropiede. Già, colpirle… Poteva raddoppiare la Paganese dopo dieci minuti di gioco ma su un invitante cross di Cusumano sia Maggio che De Felice arrivavano fuori tempo e sul rinvio della difesa era la Palmese – ironia della sorte! – a mettere a segno il gol beffardo del momentaneo pareggio.
Calma, ce la giochiamo – deve aver detto l’allenatore Giampà ai suoi ragazzi negli spogliatoi. E l’inizio della ripresa prometteva anche bene con la squadra azzurro stellata che teneva bene il campo e sembrava potesse segnare da un momento all’altro. Per due volte di seguito Maggio e Sicurella graziavano la Palmese; quest’ultima invece sfruttava la solita incertezza della difesa intenta a chiamare il fuorigioco e segnava a sorpresa il gol del due a uno. Sul finale arrivava anche il gol del definitivo tre a uno. Frittata fatta, e servita pure.
Adesso, a bocce ferme ci chiediamo: che succede a questa benedetta Paganese? Possibile che ci possa essere nell’arco di circa un mese un’inversione di tendenza in fatto di rendimento? Dove è andata a finire la squadra capace di conquistare ventisette punti sui ventisette in palio? Ed ancora: questa crisi di risultati positivi da cosa può dipendere? Da una difesa che incassa gol (sono sette nelle ultime tre partite!), attuando una fallace interpretazione della tattica di fuorigioco o da una mancata realizzazione di gol apparentemente facili facili? Forse tutte e due le cose. Rimedi? Una ricetta precisa nel calcio, quando i risultati non arrivano, non c’è mai; così come non c’è mai la bacchetta magica per raddrizzare le cose nel verso voluto. La medicina giusta può essere rappresentata dalla ricerca degli errori commessi e cercare di eliminarli. Questo lo deve fare il tecnico, chiamato a ricondurre la squadra sul sentiero giusto dell’equidistanza dei reparti e della compattezza della fase difensiva che è alla base di ogni successo.
Ironia della sorte, potremmo dire che la squadra, ancorché sconfitta da una Palmese volitiva ed essenziale, per buona parte della gara ha tenuto bene le file del gioco. Ma nel calcio non basta, bisogna avere una difesa ferrea capace di annullare le potenzialità offensive delle squadre avversarie e
bisogna fare gol per vincere.
In tema di festival, dato il periodo, con la Palmese è andato in onda quello dei gol mancati; ad esso hanno contribuito in pari misura gli errori sotto rete di Maggio, De Felice, Sicurella e Faiello. Gol più facili da segnare che da fallire.
Calma, però, niente è perduto!
(nella foto, un momento di Palmese-Paganese negli scatti di Agostino Gemito – foto Facebook Palmese)
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