La lite è temeraria. Per questo motivo la Covisoc ha bocciato la richiesta di iscrizione della Paganese al prossimo campionato di serie C. La Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche ha ritenuto non valido l’incartamento presentato dalla società azzurrostellata per l’iscrizione al campionato proprio appellandosi al fatto che la richiesta di dilazione dei debiti con l’Erario – non concessa dall’Agenzia delle Entrate regionale, decisione poi sospesa, in attesa di giudizio dal Tribunale di Salerno – è una “colpa” del club dell’Agro.
La Paganese è moderatamente ottimista e i vertici del club azzurrostellato nella giornata di ieri hanno fatto sapere di essere già all’opera per la soluzione del problema. Il prossimo passo sarà un ricorso contro la decisione della Covisoc: il termine ultimo per la presentazione è martedì 13 luglio. Dopo due giorni il Consiglio Federale si riunirà per la trattazione dei ricorsi. Qualora il Consiglio dovesse confermare l’esclusione della Paganese dal torneo di Lega Pro, il club potrebbe fare ricorso al Collegio di garanzia del Coni e poi, ancora, al Tar Lazio.
E così il calcio torna a fare i conti con termini giuridici e contabili: dal punto di vista sportivo è chiara una sola cosa: il caso Paganese non è chiuso, come speravano i tifosi e i simpatizzanti. Il giudizio di merito espresso dal giudice del Tribunale di Salerno con un provvedimento sospensivo non è bastato alla Covisoc che, nell’analizzare tutti gli aspetti economici delle domande di ammissione dei club, ha ritenuto non valido l’incartamento presentato relativo ai sospesi con l’Agenzia delle Entrate.
È come rivedere un film già visto in tema calcistico. Da una parte la Paganese che intende dilazionare i debiti con l’erario (istituto previsto dalle leggi dello Stato), dall’altra parte la Covisoc che si attiene solo alla presentazione della documentazione ritenuta carente in tema erariale. Non è la prima volta che la società azzurro stellata viene presa di mira dalla scure della Covisoc. Precedenti clamorosi si svilupparono nel 2015 e 2016 quando solo per il rotto della cuffia – con ricorso al Tribunale Amministrativo – furono riconosciute le tesi portate avanti dallo studio dell’avvocato Lentini, legale incaricato di difendere i diritti della Paganese calcio.
D’altra parte, si sa, la Covisoc agisce come un robot, senza anima. Le carte non sono a posto, come da regolamento? Allora, bocciatura! senza entrare nel merito del problema. Per la Covisoc, tassativamente, le tasse arretrate devono, al massimo, essere dilazionate in quattro soluzioni; invece, per l’Agenzia delle Entrate potrebbero essere ripartite su dodici mesi.
Fino all’ultimo la Paganese avrebbe tentato di addivenire a una conclusione indolore, con accordo tra le parti. Ma non c’è stato niente da fare. Bisognava aspettarselo, allora. Pare che la Paganese fosse già allertata ad andare avanti per fare valere le sue ragioni, tanto è vero che il ricorso dovrebbe essere già pronto, prima della data limite del 13 luglio.
Per la Paganese si preannuncia un’estate bollente e, visti i precedenti in merito, non ci si fermerà fino ai massimi gradi di giudizio per vedere riconosciuti i propri diritti. I precedenti, per la verità, hanno lasciato il segno tra i componenti della società e tra i tifosi che, increduli, assistono alla diatriba.
Nonostante siano trascorsi cinque anni, è ancora fresco il ricordo dell’estate di fuoco del 2016 che si concluse positivamente per i colori azzurrostellati solo grazie alla decisione del Tar che riconobbe il buon diritto della società a rimanere in serie C. Stavolta si spera di non dover ripercorrere la stessa strada e che il Consiglio Federale accorci i tempi riconoscendo alla Paganese i motivi addotti in tema fiscale.
(da Il Quotidiano del Sud, edizione Salerno, del 10 luglio 2021)
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