Nella foto, tratta da Eleven Sports, il contestato gol di Ilari al novantesimo
Il cammino di una squadra di calcio, pure di quelle che volano alto, non è mai facile; figurarsi poi se ci riferiamo a una società piccola, di quelle che devono continuamente fare conti per far quadrare i bilanci. Ci riferiamo alla Paganese, ovviamente. In passato, non siamo stati teneri quando si è trattato di evidenziare discrasie tecniche e prove poco in linea con le aspettative di società e tifoseria. Lo abbiamo fatto senza peli sulla lingua, rimarcando errori di valutazione in sede di campagna acquisti e prestazioni non all’altezza di una squadra che è vero che si deve salvare, ma deve anche, e soprattutto, salvare la faccia. Detto questo, doverosamente, è però anche il caso di dare a Cesare quello che è di Cesare. Pannicelli caldi non ne dispensiamo, non l’abbiamo mai fatto, ma qualcosa va detto all’indomani di una gara che ha lasciato l’amaro in bocca a quanti l’hanno vista “de visu” o attraverso i vari mezzi televisivi.
Bisognerà partire dalla fine per commentare Paganese-Teramo, soprattutto per capire come è maturata una sconfitta. Novantesimo minuto di gioco. Bramati, neo entrato, commette uno di quei falli che non si devono mai fare a difesa schierata, con quattro suoi compagni pronti ad intervenire, a pochi metri dall’area di rigore. Per lui è doverosa una tiratina di orecchie da parte di Erra, anche perché non è più un ragazzino alle prime armi.
Sulla punizione di Arrigoni, calciata con effetto a rientrare, si buttano in tanti per colpire il pallone di testa; fra questi Ilari che pensa più a farsi largo a spallate che a colpire il pallone; travolge letteralmente Schiavino e lo manda a terra a gambe levate. Stessa sorte anche per Bramati brutalmente spostato e impedito a intervenire di testa. Due falli grossolani. Impossibile non rilevarli. Novantanove arbitri su cento avrebbero fischiato un fallo di sfondamento ma l’ineffabile Gallipo’ di Firenze non vede niente e, nonostante le vibrate proteste di Scarpa, fa continuare l’azione che porta al gol realizzato proprio da parte di Ilari, autore di una scorrettezza marchiana. Novantanove arbitri su cento avrebbero visto i due falli consecutivi commessi a carico dei difensori azzurro stellati: il centesimo, nel dubbio, avuta anche solo la percezione che qualcosa non fosse andata per il vero giusto, si sarebbe adeguato a quello che una volta veniva definito coloritamente “fallo di confusione” ed avrebbe fischiato e interrotto il gioco.
Oramai, però, anche il “fallo di confusione” è andato frettolosamente in pensione perché è arrivata la tecnologia VAR, acronimo di Video Assistent Referee; bene per la serie A dove sembra funzionare come un orologio, ma per le altre serie, cosiddette minori, come la mettiamo?
Nel caso di specie, collegato a un risultato condizionato da acuta miopia arbitrale, purtroppo, ingiustizia è stata fatta. Per gli scettici, che non mancano mai, ci sono le immagini televisive per capire appieno quanto detto solo a parole e convincersene. (https://www.youtube.com/watch?v=NtC53rNVrTI&list=UUnDqy4eA9Vr5g6Vy30d3N8w)
Topica arbitrale a parte, decisiva perché arrivata proprio a fine partita, va detto che la Paganese dell’emergenza è stata all’altezza della situazione. Con il problema sul groppone di sette elementi risultati positivi al Covid19 proprio alla vigilia dell’incontro, l’allenatore Erra si è dovuto inventare una squadra del tutto nuova e ha affidato la difesa della porta al giovanissimo Bovenzi, un diciassettenne alle prime armi. Con tutto il peso sulle spalle da parte di elementi chiamati a dare il massimo, coscienti di dover restare stoicamente in campo per tutta la durata della gara, bisogna dire che nel corso di una partita risultata molto spigolosa, non si è notata per niente la differenza di valori tecnici tra le due squadre.
La Paganese ha fatto leva sull’esperienza di Schiavino e Sirignano in difesa mentre a centrocampo si è visto il migliore Onescu della stagione. Sugli scudi ancora una volta Francesco Scarpa, nonostante il carico delle quarantuno primavere; mai domo, stoico interprete di un attaccamento viscerale ai colori azzurro stellati, pronto a dare tutto se stesso per novanta e più minuti con la grinta di un ragazzino che vuole conquistarsi uno spazio in prima squadra. Proprio Scarpa, capitano immarcescibile, deve essere portato a esempio in vista delle prossime gare. Quarantun’anni e non sentirli.
Dicevamo, prossime gare. La situazione rischia di diventare drammatica. La prossima avversaria della Paganese è la Viterbese. Al momento entrambe le squadre hanno elementi risultati positivi al Covid19; sette la Paganese, sei la Viterbese.
Allora, ci chiediamo: è possibile continuare così?
Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud – edizione Salerno – del 2/11/2020)
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