È vero che la piazza paganese lamentava scarsa propensione al gol sotto rete da parte degli attaccanti, ma si riferiva ai gol da realizzare non a quelli da subire. Battuta velenosa a parte, bisogna dire che proprio non ci siamo. Incassare cinque gol tutti in una volta da una Vibonese, il cui valore intrinseco è comunque ben lontano dalle squadre che devono lottare per la vittoria del campionato, impone che siano fatte riflessioni accurate, non passeggere, nè tantomeno d’istinto. Bisognerebbe capire che cosa impedisce alla squadra di decollare non tanto per quello che riguarda i risultati, per i quali nel calcio non c’è mai certezza, quanto per il gioco espresso che lascia a desiderare.
Dopo la gara interna con la Cavese, nel corso della quale erano emersi alcuni dati positivi, si pensava che gli azzurro stellati avrebbero potuto confermare e, se possibile, migliorare proprio quel poco di buono intravisto al “Marcello Torre”. Confermare, migliorare? Verbi mai coniugati, nemmeno per un attimo, dalla squadra di Alessandro Erra al “Luigi Razza” di Vibo Valentia. I rossoblu calabresi hanno fatto un figurone e sembravano sprizzare salute e qualità da tutti i pori.
Allora la domanda da farsi è la seguente: è la Vibonese che è troppo forte oppure è la Paganese che non è ancora all’altezza della situazione? Credo che – come sempre – la verità stia nel mezzo. La Vibonese ha già trovato una sua dimensione tecnico-tattica, anche fisico-atletica. Ha pescato bene nel mercato estivo affidando, chiavi in mano, la regìa a quel Laaribi corteggiato inutilmente anche dalla Paganese; inoltre ha saputo trovare anche i giovani che facevano al suo caso (quel Plescia, classe ‘98 e quello Spina, classe 2000, ve li raccomando!).
La Paganese, invece, che voleva fare leva su atleti collaudati e di esperienza, ha quasi perduto per strada gli atleti chiamati a dare un volto alla squadra. Non è un caso che atleti di riconosciuto valore come Sirignano e Benedetti oggi siano stati tra quelli che hanno dato molto meno rispetto a quello che la piazza paganese si aspettava. Questione di tempo e di forma?
Se il deludente rendimento dovesse dipendere solo da una questione di forma e di una carente preparazione atletica, si potrebbe puntare sull’usato sicuro, almeno fino al momento in cui gli atleti giunti alla spicciolata saranno pronti per dare quel contributo di esperienza e di mestiere che da loro ci si attende.
Altrimenti, bisognerà interrogarsi sulle bontà delle scelte fatte in campagna acquisti. Certo, Sirignano quando è stato a Pagani nel 2016 si è fatto apprezzare e addirittura è stato rimpianto quando l’anno dopo prese la via per altri lidi. Ma al momento non è il giocatore che ricordiamo e, considerato l’infortunio occorsogli durante la preparazione, probabilmente avrà ancora bisogno di tempo per essere il calciatore di cui la squadra ha bisogno. Il discorso del rendimento si allarga e coinvolge anche Benedetti apparso lontano dalla migliore forma e presentato come l’uomo d’ordine che avrebbe dovuto dare una precisa identità al gioco di centrocampo.
Intendiamoci, parliamo di calciatori dai quali onestamente ci si attende qualcosa in più, perché considerati valori aggiunti nel momento in cui sono stati ingaggiati. Al momento il più pronto sul piano fisico appare Onescu che, sul piano dell’intensità agonistica, si fa apprezzare soprattutto quando svolge compiti da mediano vecchia maniera. Di certo però non può essere considerato l’uomo d’ordine di cui la squadra tanto avrebbe bisogno.
Per il resto, abbiamo in formazione calciatori che, con alterna fortuna, hanno già giocato nella squadra dello scorso anno, il cui valore non deve essere scoperto adesso. Usato sicuro, dicevo; l’unica certezza però è rappresentata da Francesco Scarpa, oggi più che quarantenne, che riesce sempre a sorprendere per le sue doti di eterno ragazzino. Sarà anche un caso ma sabato scorso il suo ingresso ha portato vivacità e spigliatezza al reparto offensivo; per non parlare del suo gol, quello della speranza, messo a segno quando il punteggio era fermo sull’1 a 4.
Intanto c’è già alle porte in nuovo impegno infrasettimanale al “Marcello Torre” contro la Virtus Francavilla.
La novità positiva del giorno è rappresentata dall’apertura parziale dello stadio agli spettatori. Non è molto, ma è già qualcosa.
Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud – edizione Salerno del 18/10/2020)
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