Altro pareggio, altro risultato positivo di minima nell’incontro esterno con il Rende. La partita probabilmente l’avete vista in tv e avete sentito i commenti che l’hanno caratterizzata. Una partita monotona, senza acuti, piatta. Una prestazione della Paganese in linea con l’andamento della gara. Ancora una volta, sul risultato scaturito, diciamo quello che da tempo ripetiamo: poteva essere ma non è stato.
Il punticino serve in ottica salvezza perché consente di conservare gli stessi punti di vantaggio proprio sul Rende che al momento è penultimo in graduatoria. Serve di meno se si volesse ancora dar retta a voli di fantasia, in ottica play-off. La squadra calabrese, infatti, è apparsa modesta nel suo assetto; in linea con la posizione che ha in classifica. Qualcosa in più forse era lecito attendersi dalla Paganese, ma qualcosa non ha funzionato e la squadra si è espressa su livelli appena di sufficienza.
Fin qui tutto normale. Resta però da fare la solita considerazione che riguarda il miglioramento dell’obiettivo principale; un enigma che non si scioglie e che lascia la squadra nel limbo, praticamente tra coloro che sono sospesi. Alla squadra manca quel “quid” capace di far scattare la molla del miglioramento; quella molla che non è scattata nelle ultime due partite interne concluse con pareggi e che non è scattata nemmeno sul campo calabrese quando la squadra ha badato al punticino senza scoprirsi. Questione di qualità e di intercambiabilità fra elementi di pari valore, più che di temperamento.
I numeri, che difficilmente mentono, in questa fase parlano di una squadra che nelle ultime otto gare ha subìto solo quattro segnature. Allo stesso tempo, sempre nelle ultime otto gare, ha trovato la via della rete soltanto in due occasioni. Una vera e propria inversione di tendenza che lascia pensare; consideriamo infatti che nella prima parte del campionato la Paganese si presentava come il secondo miglior attacco del girone mentre la difesa accusava il peso di molte segnature.
L’incompiuta non è solo il titolo di un’opera sinfonica lasciata in sospeso da Beethoven o Schubert. A buon diritto, alla luce delle ultime prestazioni della Paganese, può essere riferita proprio alla squadra azzurro stellata che non riesce a portare a termine un’operazione di qualità che di settimana in settimana sembra essere sempre sul punto di essere conclusa. Il paragone con le opere sinfoniche è di certo irriverente, ma forse rende meglio l’idea di una situazione sempre sul punto di una svolta che, nel momento della possibile definizione, non trova efficaci sbocchi conclusivi.
Intendiamoci, la squadra sta tenendo fede ai programmi della vigilia stilati dalla società presieduta da Raffaele Trapani. Si puntava alla salvezza senza affanni; e possiamo dire – a onor del vero – che tutto procede nella direzione voluta. Il lavoro svolto da Alessandro Erra sta dando buoni frutti e bisogna convenire che aver già racimolati 31 punti quando mancano tredici gare alla fine del campionato suona a merito del lavoro svolto dal tecnico. Il problema, però, è un altro: i tifosi più esigenti (come poter dare loro torto!) hanno sempre visto a portata di mano un traguardo prestigioso: quello dell’accaparramento di un posto utile per la disputa dei play-off.
“Vorrei perlomeno avere la soddisfazione di disputare anche una sola partita nei play-off – mi diceva un cortese lettore di questa rubrica – e credo che noi fedelissimi una volta tanto ce lo meritiamo!”
Già, ma non è facile. La squadra sta facendo di tutto per dare quante più soddisfazioni possibili alla società e all’ambiente sportivo. Il traguardo della salvezza diretta sembra a portata di mano e quindi si potrebbe anche essere soddisfatti del comportamento complessivo della squadra fino a questo momento.
Nella vita però, è notorio, si vuole sempre migliorare e per questo nell’ambiente sportivo si è sempre pensato che in fondo, una volta raggiunto il traguardo di minima, si potrebbe anche fare qualcosa in più. Il pensiero risuona martellante da qualche tempo, soprattutto quando il calendario ha presentato incontri teoricamente più alla portata della squadra.
In tutto questo, però, bisogna sempre fare i conti con la realtà che non sempre si concilia con le aspettative. La realtà fino a questo momento ha detto e ribadito nelle ultime gare che la Paganese è una buona squadra ma con dei limiti e non certo per incapacità del suo allenatore. Quest’ultimo anzi è da apprezzare per quello che è riuscito a tirar fuori da una squadra che ha carenze strutturali perché incompleta o – se più vi aggrada – incompiuta.
Come le famose sinfonie di Beethoven e Schubert…
Nino Ruggiero
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