Struffoli, mostaccioli e panettoni sono serviti. Li hanno ben digeriti, dopo le lunghe festività natalizie, i ragazzi in maglia azzurro-stellata, autori di una prova maiuscola in casa del Monopoli. Tre punti d’oro per la Paganese, una vera manna, conquistati con il sudore della fronte sul campo di una delle squadre meglio attrezzate del girone.
La risposta della squadra azzurro-stellata, alle perplessità che aleggiavano nella tifoseria sul futuro della squadra in tema di campagna acquisti/cessioni, è stata forte, netta e chiara.
Una Paganese monumentale, mai doma, mai barcollante, fiduciosa nelle sue possibilità, sfrontata al punto giusto, spietata come deve essere una squadra tosta e intrigante, ha messo alle corde una delle squadre più forti del girone.
Mai vista in quest’annata calcistica una partita della Paganese tanto perfetta dal punto di vista comportamentale. Erra, ancora una volta, ma non è una novità, non ha sbagliato una mossa per quello che riguarda lo scacchiere tattico e sta dimostrando di avere le idee chiare sull’allestimento della squadra.
Volevamo vedere tutti un Calil all’altezza della situazione? Lo abbiamo visto a Monopoli; forse a sprazzi per quel poco che ha giocato, ma abbiamo visto finalmente un calciatore determinato come non mai; la qual cosa potrebbe risultare fra i temi dominanti delle prossime gare. Infatti avere un Calil all’altezza della sua fama equivarrebbe all’acquisto di un ottimo attaccante in vista della battaglia che prevedibilmente si scatenerà per la conquista di un posto nei play-off.
Calil, è vero, ha messo a segno il gol della vittoria, ma nella circostanza c’è stato lo zampino fatato di un certo Diop che, quando ingrana la marcia giusta, lascia tutti a bocca aperta per la facilità con cui tratta il pallone.
Cerchiamo di vederla, attraverso le parole, l’azione che ha portato al gol della vittoria. Minuto settantaquattro di gioco. La Paganese si difende bene e riparte in contropiede con Diop sulla fascia sinistra del suo schieramento. La falcata dell’attaccante è micidiale; il suo avversario diretto non ce la fa a trattenerlo e a contrastarlo. Arrivano rinforzi per raddoppiare la marcatura, ma Diop è inarrestabile oltre ad essere un furbo di tre cotte. Ne attira addirittura tre di avversari dando l’impressione di andare sulla fascia. Invece che fa? Dopo aver attirato tre calciatori su di lui, s’illumina d’immenso e, con una mossa degna di un vero campione, serve un pallone su un piatto d’argento in corridoio, sul centro destra, uno di quegli inviti che un calciatore di esperienza come Calil non può rifiutare. Dimostrazione pratica del fatto che nel calcio, per emergere, oltre a saper sapientemente miscelare agonismo, intensità di gioco, intelligenza tattica, c’è bisogno di qualità.
In proposito è bello constatare l’affiatamento che si è creato nel gruppo. Vedere un Francesco Scarpa, a fine gara esultare come un ragazzino sotto la curva dei tanti ultrà paganesi che pure a Monopoli si sono fatti sentire, autorizza a sperare in una continuità del momento magico della squadra.
L’atteggiamento goliardico dello storico capitano, per niente risentito per il part-time cui spesso è chiamato a recitare, facilita il compito di Alessandro Erra che ben sa quando – per motivi tattici o di opportunità – deve schierarlo. Forse proprio in questa unità di intenti e di collaborazione infinita possiamo trovare il segreto di una squadra che, quatta quatta, si è ritagliata, al momento, una posizione utile per la disputa dei play-off.
Intanto credo che sia il caso di spendere poche parole di elogio per qualche calciatore che fino a questo momento non aveva eccessivamente entusiasmato o aveva trovato poco spazio in formazione. Il primo è Caccetta. A Monopoli ha giocato una delle gare più intense della sua stagione paganese; la qual cosa autorizza a sperare che abbia finalmente trovato una sua precisa identità nello scacchiere di centrocampo. Poi ci sono Mattia e Sbampato, autentiche rivelazioni, ancorché giovanissimi, che di certo metteranno in imbarazzo Erra quando si tratterà di fare delle scelte. Da rivedere Musso. Degli altri calciatori c’è da dire solo che sono tutti in buona forma. Per loro bastano gli elogi già espressi in precedenza.
Nino Ruggiero
Quegli inviti che non si possono rifiutare
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