Le partite assai spesso le decidono i singoli, quelli che hanno qualità. Due palloni toccati in un’intera partita; il primo di testa, nel primo tempo, su cross dalla destra andato di un soffio oltre la traversa; il secondo con una torsione incredibile su un cross proveniente da destra, a mezza altezza, che chiunque altro attaccante non avrebbe mai agganciato.
Due tiri, un gol; questo è il biglietto da visita di un calciatore, vero capolinea del gol. Si chiama Antenucci, per chi non lo sapesse proviene dalla serie A e gioca con la squadra di Bari che ieri ha giocato con la Paganese.
Il calcio è un gioco irriverente, niente è mai scontato. La squadra più forte sulla carta può perdere con quella meno forte, o, quanto meno, non vincere. È dimostrato, non sono chiacchiere. E la Paganese, ieri, per buona parte della gara ha dimostrato di poter reggere il confronto con i più titolati avversari in virtù di una intensità agonistica invidiabile.
Alla lunga, però, la pressione offerta per oltre un’ora non ha retto anche a causa di un campo reso pesante per l’abbondante pioggia caduta prima e durante la gara. Ed è venuta fuori man mano l’autorevolezza del Bari, una squadra costruita per vincere e che non ha badato a spese nella campagna estiva. La Paganese ha fatto di tutto per non soccombere e la sua difesa, ben protetta dai centrocampisti, ha retto bene il confronto fino al gol capolavoro di Antenucci. Ma qui si è trattato di una vera prodezza del singolo per cui la difesa va assolta.
L’intensità di gioco nel calcio moderno assume un valore inestimabile ma deve fare i conti inevitabilmente con le strutture fisiche degli atleti; ecco perché molte squadre effettuano cambi per dare nuova linfa alla propria squadra in determinati momenti delle partite. Cambi non dettati solo da motivi di ordine tattico. Le panchine di molte squadre ospitano solitamente uomini pari o addirittura più forti dei titolari. Lo stesso, mi dispiace dirlo, non vale per la panchina azzurro-stellata, composta da elementi giovani, anche interessanti ma che non hanno ancora maturato esperienze importanti in serie C. Ecco perché non mi sento di dire qualcosa in merito a presunti errori o manchevolezze da parte di un tecnico che con il materiale umano a disposizione di certo non può fare miracoli.
Bisogna anche dire che la Paganese sta accusando più di quanto si potesse pensare le assenze dei vari Diop, Dramè e Calil perché con tutta la buona volontà di questo mondo le qualità tecniche dei calciatori non s’inventano dalla sera al mattino. Inoltre non si può pensare che un giocatore talentuoso come Scarpa – inserito a partita in corso – possa sempre tirare fuori il classico ragno dal buco.
Scarpa serve, eccome! Ma nemmeno può essere caricato di responsabilità superiori al suo ruolo, per quanto autorevole esso sia.
Esiste un confine labilissimo tra le squadre che aspirano alle posizioni medio-alte della classifica e quelle che invece sono invischiate in posizioni meno comode. Un confine che può portare facilmente di qua o di là a seconda di un paio di vittorie o di un paio di sconfitte. La Paganese non vince da cinque partite e inevitabilmente è scesa di parecchio in classifica.
Nelle prossime partite sapremo di più sul suo futuro. Ma va detto, già da adesso, che la squadra – costruita per salvarsi – avrebbe bisogno di almeno un paio di calciatori di assoluto valore per non correre rischi. Diciamo che manca di un cursore a centrocampo e di un attaccante da affiancare o sostituire Diop in attesa di vedere finalmente all’opera il vero Calil; ma anche un’alternativa a Carotenuto sulla fascia destra non va per niente trascurata.
Intanto sarà necessario poter avere tutto l’organico a disposizione; e forse per domenica sarà finalmente possibile.
Auguriamoci che sia così!
Nino Ruggiero
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