Questo è un campionato che non fa sconti a nessuno. Non li fa al Catania, non li fa al Bari, non li fa all’Avellino, al Catanzaro: tutte società che hanno speso un occhio della fronte per allestire compagini d’avanguardia e che si trovano a bagnomaria nella classifica del momento. E volete che faccia sconti ad una società come la Paganese che già deve fare i conti con le poche riserve auree che le passa il convento?
Nel calcio non c’è mai niente di scontato, è risaputo: la conferma è arrivata ieri. Sarà battaglia ogni domenica su tutti i campi della serie C perché è accertato – almeno fino a questo momento – che squadre materasso non ce ne sono. Lo dimostrano le imprese compiute da Bisceglie, Virtus Francavilla e Monopoli ai danni rispettivamente di Avellino, Bari e Catania.
Torniamo alle cose di casa nostra. La Paganese contro la Cavese ha perduto con il minimo scarto ma non è stata all’altezza delle precedenti pur alternanti prestazioni.
La partita ha evidenziato complessivamente più magagne di quelle che si potevano mettere in conto. La squadra ha balbettato anche quando psicologicamente – dopo aver subìto un’inopinata segnatura – avrebbe potuto tentarle tutte per rientrare in partita. Qualcosa si è inceppato nel meccanismo delle ripartenze, anche se la fase difensiva – soprattutto nel primo tempo – ha tenuto egregiamente. Neppure l’inserimento di Scarpa, quando mancava una mezz’ora alla fine, questa volta ha funzionato in termini di praticità, nonostante qualche cambio di passo che si è avuto proprio grazie alla genialità del sempiterno capitano di cento battaglie.
Quello che preoccupa non è tanto il risultato negativo, da mettere in conto quando si incontrano squadre che non hanno lesinato spese per irrobustirsi, quanto la prestazione della squadra deludente sotto tutti gli aspetti. L’allenatore Erra ha i suoi problemi di ordine tecnico-tattico e deve fare i conti anche con atleti ancora alla ricerca della forma migliore.
Nell’allestimento di una squadra come la Paganese ci sono alcuni punti fermi dai quali non si può prescindere se si vogliono far quadrare i conti: sono costituiti dalle scommesse e dalle certezze. Le scommesse riguardano atleti da recuperare e da valorizzare. Sono come i cocomeri: possono uscire rossi o possono uscire bianchi. Sono calciatori da recuperare o giovani da valorizzare. Per loro bisogna mettere in conto l’inesperienza e la lunga inattività. Sarà il tempo poi a giudicarli. Al momento, vanno a corrente alternata.
Altra cosa sono le certezze su cui abitualmente si punta ad occhi chiusi. Sono calciatori di una certa levatura tecnica, di grossa esperienza e di affidamento. Tra questi sicuramente Caccetta che il suo compito lo svolge diligentemente ma che attualmente non riesce ad elevarsi di quel tanto dalla stentata sufficienza per assicurare maggiore sostanza al reparto da centrocampo in avanti. Da lui, come calciatore di esperienza, sinonimo quindi di certezza, è lecito attendersi di più.
La partita con la Cavese ha presentato inizialmente una Paganese più consapevole delle sue potenzialità. La difesa, intesa come fase difensiva della squadra, non ha dato molte preoccupazioni ma è dalla cintola in su che qualcosa si è inceppato e ha impedito alla squadra di arrivare in zona tiro. Infatti credo si possa dire che il portiere metelliano abbia avuto una giornata del tutto tranquilla. Anzi, fin troppo tranquilla; il che è tutto dire!
AAA, cercasi spalla per Diop in attacco e per Capece a centrocampo. Non è un annuncio per cuori solitari, ma un grido di dolore per un attacco che soffre più del dovuto la temporanea assenza di Alberti e per un centrocampo che forse ha ritrovato Gaeta ma è ancora alla ricerca di un mediano. Uno di quelli di un volta, tutto cuore e agonismo. Ci siamo capiti.
Nino Ruggiero
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