Fermi tutti! Altolà! A Cava de’ Tirreni sono naufragate miseramente – con l’aggravante di un’umiliazione senza precedenti – anche le ultime speranze di una Paganese apparsa nelle ultime gare in lenta ripresa. Tre pareggi consecutivi avevano fatto pensare a un miglioramento delle prestazioni della squadra. In verità era stato l’ingresso di Stendardo e Dellafiore in difesa, con l’aggiunta di un calciatore a centrocampo dai piedi buoni come Capece, che aveva – se non altro – autorizzato a partecipare alla fiera delle illusioni. Illusioni poi naufragate con una prestazione indicibile, insulsa, senza un solo acuto nei novanta e più minuti disputati contro la Cavese.
Stavolta la società non ha potuto sorvolare, non ha potuto abbozzare; troppo distante è apparsa la squadra dalle idee tattiche del suo allenatore.
Il capro espiatorio è stato individuato in De Sanzo di certo non esente da colpe; ma altrettanto di certo non l’unico colpevole di una situazione penosa e avvilente che si trascina dall’inizio di campionato. Ma si sa come vanno le cose nel calcio; gli allenatori sono bravi quando vincono, o, quanto meno, non perdono, a prescindere dal valore complessivo della rosa dei componenti della squadra.
Va via Fabio De Sanzo e arriva Alessandro Erra. Non c’è voluto molto per mettere nero su bianco. Un impegno per lui fino a maggio con tacito rinnovo per la prossima annata calcistica qualora riuscisse a centrare il traguardo della salvezza.
Bacchette magiche nel calcio non esistono; figurarsi poi, a poche giornate dal termine, come si può solo pensare di stravolgere una squadra senza avere nemmeno il tempo di conoscere a fondo le caratteristiche tecniche dei calciatori. Il neo allenatore, che pare abbia assistito a più di una gara della Paganese, dovrà allora fare affidamento soprattutto sull’amor proprio dei senatori della squadra, oltre a presentare – per quello che gli è possibile – una formazione più armonica e più equilibrata tatticamente, rispetto a quella vista a Cava de’ Tirreni.
Detto questo, realisticamente, bisogna anche dire che la società, proprio per aver assunto la decisione di cambiare la guida tecnica, ha inteso dimostrare che non è affatto rassegnata agli eventi negativi cercando anzi di dare un’iniezione di fiducia a tutto l’ambiente, o quanto meno, a quello che resta di un ambiente che negli anni ha costituito il punto di forza della tifoseria locale.
Mancano solo sette giornate al termine del campionato e la Paganese dovrà giocarne materialmente solo sei, perché, per fortuna, ha già in tasca una vittoria, quella con il Matera, squadra sepolta prima del tempo.
“Amore… inizia la partita, il diavolo vi sfida… Una candela accesa, amore disperato, amore mai amato, amore messo in croce, amore che resiste…” sono i versi di una canzone interpretata da Mina e Lucio Dalla: sembrano scritti su misura per l’attuale Paganese. Inizia domenica la partita, intesa come sfida all’impossibile: c’è solo una candela accesa, quella della speranza, per un amore infinito, un amore che ha più di novant’anni, messo in croce da tanti eventi, da colpe, anche da presunzioni. Ma un amore che resiste, disperato, forse, ma che resiste. Quello dei tanti cuori che ancora palpitano per una maglia e per dei colori che non possono e non devono morire.
Nino Ruggiero
Amore disperato
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