Il mio primo pensiero, nel mentre mi accingo a riprendere con entusiasmo goliardico i ferri del mestiere, va alla memoria del carissimo Ninì Cesarano con il quale ho diviso per anni il comune amore per il calcio e per la Paganese. Ninì è stato un pilastro di questa emittente; i suoi interventi eleganti e distaccati non hanno mai tradito il suo amore incommensurabile per la maglia azzurro-stellata. Solo in privato – per far prevalere sempre e comunque la figura del giornalista disimpegnato ed asettico – discettavamo dei problemi che negli anni hanno caratterizzato il cammino della Paganese. Ecco perché in questa trasmissione – nel momento in cui, sollecitato da amici cui non si può dire sempre di no – riprendo a scrivere di calcio, mi sentirò un tantino più solo.
Ma torniamo a noi. Ho visto tutte e due le partite interne della nostra amata Paganese. Ebbene, la sensazione a pelle, al di là dei sei preziosissimi punti conquistati, è che la squadra interpreti alla perfezione lo spirito di chi l’ha prima costruita e poi plasmata.
La squadra sprigiona cattiveria agonistica da tutti i pori, come è giusto che sia per una compagine costruita sui sani principi che devono caratterizzare una realtà provinciale: garretti sani, moto perpetuo, grinta da vendere, voglia di imporsi all’attenzione nazionale. Ha operato bene Trapani in quest’ottica, avvalendosi della preziosa collaborazione di Palumbo e di Raiola.
E’ chiaro anche che sarà il campionato, nel prosieguo, a dare risposte più complete ma devo dire che le prime impressioni sono positive. Bisognava rifondare un po’ tutta la squadra dopo il deludente scorso campionato. Ebbene mi pare di poter dire che alcuni innesti risultano azzeccati. Martinelli, ad esempio, appare all’altezza della situazione, Nel suo bagaglio c’è autorevolezza, classe e posizione; qualità che non si trovano facilmente in un difensore. L’impressione è che dia sicurezza all’intero reparto dall’alto della sua indiscussa personalità, cosa che – purtroppo – non avveniva lo scorso anno.
Altro elemento di spessore è apparso Tedesco. Erano anni – forse dai tempi di Romano – che a Pagani non si vedeva all’opera un attaccante degno di tal nome. Tedesco si configura già nella fantasia del tifoso come uomo-gol perché è uno che attacca gli spazi, che si lancia su tutti i palloni che gravitano nella sua zona di competenza, che non si ferma mai. E’ soprattutto – da quelle che sono le prime impressioni – uomo d’area di rigore; caparbio, spietato, rapace come un falco quando la deve buttare dentro.
Le note positive si completano con Triarico, un ragazzo che può e deve crescere ma che ha qualità non comuni per un’ala, o, per dirla con il linguaggio corrente, per un esterno offensivo. Ha capacità tecniche notevoli: salta l’uomo che è un piacere, crossa in corsa e si propone sempre all’attenzione dei compagni, allargandosi sulla fascia di competenza. Forse appare solo un tantino irritante quando si ostina a puntare – per puntiglio personale, più che per necessità – l’avversario. Ma Palumbo non mancherà di strigliarlo a dovere facendogli capire che il tutto deve rientrare nell’ottica di un servizio alla squadra.
Gli altri elementi vanno rivisti all’opera per esprimere un parere più confacente alla realtà.
Intanto uno sguardo dovuto va spostato sulla prossima gara con la Salernitana. L’ultima gara con i granata si perde nella notte dei tempi. E’ certo però che quello di lunedì sera sarà il primo derby disputato all’Arechi, visto che i precedenti furono sempre disputati al Vestuti.
E’ piena di ricordi la mente in tema di derby con la Salernitana. Memorabili gli interscambi dei calciatori che, a turno, hanno vestito negli anni le maglie sia dei granata, sia degli azzurro-stellati. Va ricordato, soprattutto ai più giovani, che negli anni da Salerno sono sempre arrivati giovani da valorizzare (Baudolino Veronesi, Aldo Volpe, Gino Esposito, Gennaro Capone, lo stesso Gigino Sasso, che vive da anni a Pagani); sono arrivati anche pezzi da novanta come Malagamba, Pacco, Di Giaimo, Bonora, Leccese che hanno scritto indelebilmente il loro nome nelle pagine più belle della storia locale.
Lunedì sera dalla Paganese ci si attende una prova di carattere anche se la Salernitana non va affatto sottovalutata, forte com’è di alcune individualità che hanno disputato campionati di serie superiore. In tutti i casi dovrebbe trattarsi di una partita aperta a tutti i risultati, com’è nella tradizione dei derby.
Nino Ruggiero
(Tramissione “Azzurrissima” di Telenuova, 10 settembre 2010)
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