Un risultato come quello scaturito dalla gara Paganese-Potenza porta inevitabilmente a chiedersi, come minimo, “ma che è successo?”.
È successo solo che ha vinto la squadra che era la più forte e che nel corso della ripresa ha cambiato pelle con alcuni determinanti innesti chiamati a dare il loro contributo dalla lunga e nobile panchina. È successo che la Paganese non è più riuscita a tenere i ritmi del primo tempo consegnando tatticamente la partita nelle mani degli avversari. È successo che ancora una volta i limiti di una difesa, raffazzonata a causa dell’assenza di Stendardo, sono emersi macroscopicamente in fatto di marcature degli attaccanti più rappresentativi del Potenza. È successo che la Paganese, a differenza degli avversari, non ha una panchina altrettanto lunga e sostanziosa per cui non riesce a cambiare pelle nei momenti di necessità, soprattutto quando la fatica incomincia a farsi sentire su campi pesanti, al limite della praticabilità.
Altre fantastiche elucubrazioni che una volta venivano definite “chiacchiere da marciapiede” nei circoli e nei ritrovi sportivi, quando il risultato – ritenuto assurdo – poteva prestarsi a dubbi di ogni genere, e che oggi invece vengono riportate con leggerezza sui social, non ne vedo.
Oggi la società della Paganese, pur avendo fatto male i suoi calcoli in tema di retrocessioni (altrimenti non si spiegherebbe un tardivo ritorno alla campagna acquisti), sta facendo capire che tiene alla salvezza; prova ne sia che è stato ingaggiato proprio ieri Della Fiore, un difensore che ha tutte le qualità per poter far coppia con Piana al centro della difesa, in attesa che sia nuovamente utilizzabile Stendardo.
Meglio tardi che mai – recitava un vecchio proverbio. Ma la via della salvezza a questo punto deve passare inevitabilmente per la disputa dei play-out. Sempre che a fine campionato – dando per scontato la retrocessione diretta del Matera, o la sua radiazione – si riesca a contenere negli otto punti la distanza che intercorre tra Paganese e la squadra che la precede in classifica. Impresa non facile, ma nemmeno impossibile se gli atleti in maglia azzurrostellata – orfani di qualche giovane immaturo per la categoria – cominceranno a capitalizzare il loro impegno settimanale.
De Sanzo, con l’arrivo del navigato Della Fiore, potrà dare maggiore solidità alla difesa specie negli incontri in trasferta e affidarsi alla sapiente regia di Capece che sta dimostrando di avere tutte le qualità che gli si richiedevano.
Con una squadra più navigata che può contare anche sull’esperienza di Scarpa, domenica si va a Catanzaro, sul campo cioè di una delle squadre più attrezzate per la vittoria finale.
Impresa impossibile, starete pensando. Il campo ha dimostrato più di una volta che nel calcio niente è impossibile.
Nino Ruggiero
Meglio tardi che mai
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