Zero a zero, il risultato a cui puntava la Paganese è arrivato. Bisogna accontentarsi dei piccoli passi, purtroppo, ma è già qualcosa in un’annata che è stata caratterizzata da risultati mai all’altezza delle generali aspettative della piazza. Così deve andare, e cosi vanno le cose della vita. Adesso bisogna solo guardare con fiducia alle due sfide finali, quelle che decideranno chi tra Paganese e Fondi potrà rimanere in serie C. Dunque, la Paganese giocherà la prima sfida il 19 prossimo a Fondi per poi ricevere la squadra laziale il 26 al “Marcello Torre”. Delle due squadre, a dire il vero, pare stare meglio la Paganese che – grazie alla posizione finale in classifica – per salvarsi potrebbe anche accontentarsi di due pareggi. Ma nel calcio, si sa, non c’è mai niente di scontato e in queste due gare conterà molto soprattutto avere nervi saldi e garretti buoni.
La Paganese di oggi, ad onor del vero, imbottita di elementi che hanno avuto poche possibilità di mettersi in mostra, è parsa poco reattiva nei confronti di un Catanzaro che – quasi spensierato, per non avere assilli di classifica di alcun genere – ha giocato una gara elementare, lineare e pulita. Fabio De Sanzo probabilmente non ha avuto le risposte che si aspettava da qualche atleta schierato per sopperire alle assenze degli squalificati Nacci e Piana e degli infortunati Meroni, Cesaretti e Scarpa. Quello che però non è mancato è stato l’impegno che i ragazzi hanno messo in campo. Poi, quando è stato necessario, quando si è capito che la squadra accusava scompensi nella zona centrale del campo, De Sanzo ha pensato bene, in corso d’opera, di ricorrere a Bernardini per dare sostanza all’interdizione e a Ngamba per velocizzare una manovra che quasi sempre risultava lenta e prevedibile.
La partita non è stata bella, ma nessuno osava sperare che potesse esserlo. Troppo grande era l’assillo per il punto che bisognava conquistare assolutamente perché si potesse giocare a cuor leggero. Quando dopo quattro minuti Cuppone si è guadagnato un fallo di rigore prontamente rilevato dall’arbitro, si è pensato che in fondo il risultato non sarebbe stato così difficile da raggiungere. Nemmeno il tempo di pensarlo che Cernigoi dal dischetto ha sparato alle stelle. Si è tornati così subito al ricordo dei tanti punti gettati alle ortiche nel corso di un campionato sempre avaro di soddisfazioni; si è temuto di mancare anche l’ultimo minimo obiettivo. Quante cose ti frullano nella mente quando senti vicino il pericolo, quando il terreno sembra mancarti da sotto i piedi…
Ecco, gli stati d’animo, le emozioni, sensazioni che fanno capolino ovunque: in campo fra i calciatori, sugli spalti fra gli spettatori. E volete che un manipolo di giovani calciatori in questo caso non senta la responsabilità di un fardello enorme, un peso che oramai non è più solo tecnico ma che investe la vita di una gloriosa società che proprio l’anno scorso ha festeggiato i novant’anni di vita?
È finita come si voleva Paganese-Catanzaro: un pareggio difeso come meglio non si poteva da un eccezionale Galli – sostituto forzato dell’infortunato Gomis – che ha onorato la sua prestazione con un paio di interventi degni di un grande portiere.
Un primo, piccolissimo traguardo è stato fortunatamente raggiunto: quello di lasciare il Fondi al penultimo posto.
Non è molto, ma non è nemmeno poco.
Nino Ruggiero
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