No, sei a zero non è il risultato di una partita di tennis. È invece il punteggio finale di una partita di calcio che ha visto impegnate allo stadio “Massimino” il Catania e la Paganese. Un risultato davvero tennistico, come si diceva una volta, che condanna senza scampo una giovane, inesperta e forse presuntuosa Paganese.
Sono bastati dieci minuti alla squadra etnea per mettere in chiaro che non ci sarebbe stato scampo per i ragazzi di Fabio De Sanzo vogliosi di giocarsela faccia a faccia con i più titolati avversari. I gol sono arrivati poi come le ciliegie perché, come si dice in gergo, una tira l’altra e per Gomis e compagni alla fine si è trattato di una vera e propria “debacle”,
Si sapeva che il Catania era di una levatura tecnica superiore e in un certo qual senso un risultato negativo alla vigilia era messo anche in preventivo. Si sperava però in una prova di orgoglio degli atleti in maglia azzurro-stellata e in una prestazione all’altezza delle migliori giornate. Invece sul campo non c’è mai stata storia e a onor del vero – nonostante l’impegno degli atleti paganesi, che non è venuto mai meno – troppo grande e incolmabile è apparsa la differenza dei valori in campo fra le due squadre.
Per la verità è balzato subito agli occhi, alla lettura delle formazioni in campo, che la Paganese apparisse un tantino sbilanciata in avanti; un vantaggio non indifferente per il Catania già bravo di per sé a infilarsi nei varchi della difesa paganese, ma in questo agevolato da una tattica quantomeno disinvolta della Paganese, schierata con tre attaccanti puri, o, se volete, con due attaccanti fissi e una mezza punta. Una tattica che avrebbe potuto sfacciatamente suonare come una disfida in un confronto contro una squadra di pari valore, ma non contro il Catania di oggi, spietato e determinato.
Probabilmente alla fine, con un centrocampo più robusto, con marcature più asfissianti sugli indemoniati attaccanti siciliani sarebbe finita lo stesso con una sconfitta; controprove nel calcio non sono ammesse, ma si sarebbe forse evitata la disfatta.
Quello che è certo è che la Paganese, dopo aver subito la prima segnatura, è andata in bambola e ha perduto anche il minimo dell’equilibrio che la stava caratterizzando nei primi dieci minuti di gioco. Fabio De Sanzo, sul risultato di due a zero, ha cercato di porre rimedio allo schiacciante predominio tattico del Catania schierando Bensaja al posto di Cuppone. Qualcosa di meglio si è visto, ma in svantaggio di due reti non è stato facile per Cesaretti, uno di quelli che non si è mai arreso, trovare la via della rete. Nelle poche volte in cui la Paganese ha tentato di farsi vedere in avanti, c’è stato sempre il portiere Pisseri a negare la gioia del gol; una volta a Cesaretti nel primo tempo e un’altra a Talamo nella ripresa.
Intendiamoci, come dicevo all’inizio, la sconfitta con il Catania poteva anche essere messa in preventivo, ma è la dimensione numerica del risultato con cui essa è giunta che lascia perplessi.
In questo finale di campionato – ai fini di una salvezza diretta – molto importante sarà l’autostima; una sconfitta come quella di oggi potrebbe abbattere il morale della squadra, anche in considerazione del fatto che le avversarie dirette non sembrano affatto rassegnate al peggio e sembrano aver calzato – soprattutto l’Andria – gli stivali delle sette leghe.
Sul morale dovrà lavorare a lungo e con convinzione De Sanzo in settimana. Purtroppo i segnali positivi di qualche settimana fa, seguiti dai risultati conseguiti con Francavilla, Rende e Monopoli sembrano svaniti.
Niente è perduto, è vero. Però diamoci una mossa!
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