Così è, anche se non vi pare
Un punto può valere poco o valere molto, dipende dai punti di vista, un po’ come l’immagine stereotipata del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. In questo particolare momento della Paganese, mi permetto di dire che un punto vale non proprio molto ma sicuramente parecchio. E vi dico anche perché.
Tre sconfitte consecutive, dopo l’exploit di Cosenza, avevano fatto traballare tutta l’architrave della squadra. Come capita in queste particolari situazioni negative, il primo ad essere messo sotto accusa era stato Massimiliano Favo. I risultati, si sa, determinano gli umori del tifo. Quando sono buoni, l’allenatore passa in sott’ordine; quando invece non sono rispondenti alle aspettative, allora l’allenatore è colpevole.
La partita con il Trapani, in casa, due settimane fa, ha fatto registrare miglioramenti, soprattutto agonistici, che sono poi stati confermati nella trasferta di Andria. Intendiamoci, tenendo sempre presente il traguardo di minima fissato ad inizio campionato, che è quello della salvezza, la squadra – soprattutto alla luce dei due pareggi conquistati contro Trapani e Andria – dimostra di poter lottare per tale traguardo. E sapete perché? Perché si è calata nel clima agonistico delle squadre che devono conseguire risultati di minima; perché ha capito che con uno schieramento tattico prudente, con raddoppi continui ed assillanti sugli elementi più dotati degli avversari di turno, può ottenere di far respirare meglio la difesa. Prova ne sia che – grazie anche alla straordinaria bravura e reattività di Gomis – nelle ultime due giornate la difesa non ha incassato gol. La squadra, diciamocelo in un orecchio, al momento è difficile che possa fare grandi cose. Chi vorrebbe vedere un gioco arioso, a tutto campo, come vorrebbero vederlo sempre tutti quelli che amano il gioco spettacolare, devono rassegnarsi ad un programma minimale, che è quello suggerito dalla potenzialità della squadra. Certo, dalla trasferta di Andria poteva arrivare qualcosa in più in termini di risultato perché se andiamo a verificare l’andamento della stessa, è stata proprio la Paganese ad avere le migliori occasioni da rete. Ma che volete, se la squadra riuscisse a sfruttare le occasioni che riesce a procurarsi soprattutto in contropiede, staremmo a parlare di squadra spietata e cinica, forse da play-off.
Inutile però fare voli pindarici: la squadra è stata costruita con criteri di minima, per salvarsi, e non potrà fare miracoli. La difesa, per fortuna, comincia ad assestarsi grazie al lavoro dei tecnici (in questo, oltre a Favo, non trascurerei l’opera di De Sanzo che di difensori se ne intende); in particolare Carini e Meroni stanno raggiungendo una buona intesa al centro grazie anche al filtro di centrocampo, assicurato soprattutto da Carcione che di fatto gioca nella posizione di quello che una volta veniva chiamato “centromediano metodista”. Favo però è chiamato a risolvere il problema della fascia sinistra. Da quel lato, nelle ultime partite gli avversari hanno sempre portato dispiaceri. Della Corte è lo stesso dello scorso anno, non si discute: è bravissimo quando ingrana la marcia per inserirsi nella manovra offensiva della squadra, ma accusa, in fase difensiva, lui che non è un difensore puro, la mancanza di appoggi, quelli che lo scorso anno gli assicurava l’instancabile Cicerelli. Favo qui dovrà trovare qualche soluzione di ordine tattico perché la bravura del calciatore non è in discussione.
Discorso Scarpa. La partita con il Matera ci aveva consegnato un calciatore dal rendimento così così, tanto che in molti avevano abbozzato una certa rassegnazione facendo riferimento alla sua avanzata età anagrafica. Invece Scarpa contro l’Andria – forte anche dell’incondizionata fiducia del tecnico – ha sfoderato una gara con i fiocchi, giocando con l’intensità agonistica di un ventenne, avanti e indietro incessantemente a fare la spola fra difesa e centrocampo, non disdegnando anche qualche puntata in avanti. Un calciatore davvero in grande forma, fulgido esempio per i tanti giovani che attualmente compongono la rosa della squadra.
Adesso, inutile girarci attorno, è attesa la vittoria che al “Marcello Torre” in quest’annata ancora non si è vista. Massimiliano Favo sicuramente ha le idee più chiare in fatto di scelte tecniche e se è vero che la squadra è stata costruita per salvarsi, è anche vero che servono i tre punti proprio per tirarsi fuori dalla zone basse della classifica.
Nino Ruggiero
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