Così è, anche se non vi pare
Nella foto, tratta da Sportube, Reginaldo, lanciato a rete, tenta di dribblare anche il portiere
Il campionato si avvia al giro di boa, tra incertezze e speranze, in un alternarsi di sensazioni che restano però solo tali. Solo nel momento in cui riusciremo a capire quali sono le vere potenzialità della Paganese, forse riusciremo a intavolare un discorso serio sui traguardi che la squadra è in grado di raggiungere.
Domenica contro il Taranto si è vista finalmente una Paganese tetragona, tosta, forse meno bella, anche abbastanza concreta. Perché abbastanza? perché nel calcio, quando riesci ad avere tantissime occasioni da rete, almeno la metà devi concretizzarle. E domenica le occasioni da rete sono state tantissime. Azzardo, ma non tanto, nel dire che la Paganese ha avuto più occasioni da gol nei novanta e più minuti di gioco contro il Taranto, che in tutte le partite fin qui disputate.
Nel calcio, però, per fare il salto di qualità, non bastano le occasioni da rete create: sotto rete bisogna mostrare cinismo e concretezza. E in questo, mi dispiace dirlo, ancora non ci siamo.
Intendiamoci, la squadra ha creato molto, sfruttando sapientemente gli spazi che inevitabilmente le si aprivano davanti, grazie soprattutto all’imprevedibilità dei suoi uomini più estrosi, vale a dire Cicerelli e Deli. Ma quando si domina una gara, il bottino deve essere più copioso perché determinate azioni, spettacolari e coinvolgenti, vanno finalizzate.
Chi mantiene una buona media gol, al momento, è Reginaldo. Contro i tarantini, due volte ha avuto una palla gol; la prima l’ha realizzata da autentico predatore d’area; la seconda, nella ripresa, l’ha fallita quando ha cercato di superare il portiere tarantino in uscita, non riuscendovi. Ma la media è buona per un calciatore che sembra rinato, dopo qualche incertezza iniziale e che – lo hanno notato un po’ tutti – ha voglia di riappropriarsi della ribalta nazionale.
Le note positive investono finalmente anche l’organizzazione difensiva della squadra. Domenica – in coincidenza del ritorno fra i pali di Marruocco, alla sua centesima gara in maglia azzurro-stellata – si è visto un reparto più reattivo, più concentrato, forse anche agonisticamente più cattivo. Segno che il discorsetto di Grassadonia e forse anche del presidente Trapani, all’indomani della brutta sconfitta di Catania, è stato recepito da chi poco si era calato nella realtà di un campionato che richiede la massima attenzione in ogni momento della gara.
C’è da dire che la squadra ha recitato con dovizia di particolari i copioni preparati alla vigilia.
Bene, all’altezza delle sue prestazioni migliori, Della Corte che, dopo un periodo di appannamento, ha ripreso confidenza con la corsia di sinistra. Benissimo Pestrin più che mai elemento catalizzante della manovra, utilissimo anche in fase difensiva; in ripresa anche Maiorano che nelle ultime gare non aveva per niente impressionato.
Una parola anche per Herrera: aveva avuto un impatto difficile con la nuova realtà della squadra, dopo l’infortunio che lo aveva tenuto fermo lo scorso anno per quasi tutta la durata del campionato. Contro il Taranto è apparso in netta ripresa, avviato quindi verso il recupero totale.
Adesso, con tre meritatissimi punti in saccoccia, in casa azzurro-stellata si comincia a ragionare meglio. Tre sconfitte di fila avevano lasciato il segno: c’erano in giro sconforto, delusione e soprattutto preoccupazioni sul prosieguo del campionato. È bastata, dunque, una bella, chiara e inequivocabile vittoria per far ritornare il sereno in casa azzurro-stellata.
Ovviamente, alla luce di una esibizione complessiva più che positiva della squadra, che stavolta ha guardato più all’arrosto che al fumo, ci sarà bisogno di conferme e di una consacrazione che potrà venire proprio nelle prossime impegnative partite, a cominciare da quella di domenica ancora in casa con il Foggia.
Nino Ruggiero
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