Ritroviamoci il venerdì
La fumata bianca per l’attaccante di grido finalmente c’è stata. Era l’ultimo prezioso tassello che mancava alla squadra, dopo la cosiddetta “rivoluzione di gennaio”, e con l’ingaggio di Ferraro è stato messo al posto giusto.
Raffaele Trapani negli ultimi tempi ha confermato di essere personaggio di spessore. La Paganese dopo un ottimo avvio di campionato, durante il quale più d’uno aveva sognato in grande, con il passare delle giornate aveva accusato sconfitte in serie.
Di solito quando i risultati non arrivano si cambia l’allenatore: è questa una regola non scritta che tutti osservano. La mossa di solito è dettata da una considerazione soprattutto di carattere economico: meglio cambiare una sola pedina che tutto l’assetto della squadra. Questo è quello che succede un po’ dovunque, è inutile fare esempi.
Trapani è andato al di là di ogni possibile immaginazione. I risultati continuano a non arrivare? Bene, allora oltre al direttore di orchestra cambiamo pure gli orchestrali …
Li vado a contare i nuovi calciatori che sono arrivati in casa Paganese alla spicciolata: sono addirittura dodici, cioè l’equivalente di una squadra. La mossa del presidente Trapani mi ha ricordato l’estemporaneità del commendatore Sibilia, presidente dell’Avellino dei tempi d’oro. Ogni anno in prossimità del Natale, quando le cose non andavano come si sperava, quando la squadra non teneva fede ai programmi che lo stesso patron aveva tracciato, non ci pensava su due volte: mandava via tutti e rifondava la squadra.
Io non so se una rifondazione può portare a risultati concreti; più precisamente, per quello che più ci interessa, non so se si riuscirà a recuperare il terreno perduto.
E’ certo però che altre strade da percorrere al momento non c’erano. Trapani ha scelto di dare fiducia, piena fiducia a Capuano, anche dopo una serie di sconfinati risultati negativi. Quando si crede in una persona bisogna assecondarla in tutto quello che dice e suggerisce. Ecco perché adesso che i giochi sono fatti in tema di rifondazione della squadra, adesso che il tecnico è stato accontentato per quello che riguarda i calciatori da ingaggiare, bisogna guardare con fiducia al futuro.
Intendiamoci bene; guardare con fiducia al futuro non significa che adesso, in un colpo solo, d’incanto, saranno cancellati tutti i problemi, tutte le negatività, tutte le incongruenze che la squadra ha evidenziato in serie dopo l’ultima vittoria che – lo ricordo anche ai più distratti – risale al 19 settembre dello scorso anno.
La speranza è che già da domenica contro la Salernitana si possa vedere in campo un’altra Paganese, da non confondere con quella piatta, sciapìta, deludente, irritante, rassegnata che fino a quindici giorni fa ha fatto rodere il fegato a tanta brava gente.
Qualcosa di positivo, per fortuna, si è già visto nella sfortunata gara interna con il Pavia. Anche a Bassano del Grappa è mancato solo il risultato.
Forse mi ripeto, forse vi sembrerà di sentire sempre la stessa musica, ma sento di dover dire che domenica la squadra è stata molto propositiva e mai rinunciataria.
Ho già detto in qualche recente commento che non c’è più tempo per fare calcoli. Con i “chiari di luna” che ci condannano ad occupare malinconicamente l’ultima posizione in classifica, non possiamo più traccheggiare. Ogni partita deve essere intesa come una gara ad eliminazione. Oggi come oggi, per come siamo messi in classifica, dobbiamo solo e sempre puntare alla vittoria. Meglio vincere, tanto per essere più chiari in odore di matematica, due partite su tre, perdendone una, che inanellare tre pareggi; non so se mi sono spiegato.
Dicevo di domenica scorsa. Mi ha sorpreso molto e positivamente la prestazione di Lepore schierato nel secondo tempo al posto di Triarico. Quest’ultimo oggi sembra rappresentare l’ultimo estremo baluardo di quella formazione iniziale che pure aveva avuto momenti di gloria nelle fasi iniziali del campionato. In quel periodo, sulla fascia destra Triarico aveva imperversato con un passo da folletto imprendibile ed aveva fatto galoppare non solo il pallone ma anche la fantasia popolare. Quel Triarico, si interroga tanta brava gente, c’è ancora, è sempre lo stesso?
Dicevo di Lepore; il calciatore domenica ha interpretato in pieno, senza alcun timore reverenziale, il copione dell’attaccante brioso ed a tutto campo. Ha svariato sulla fascia sinistra del campo puntando anche direttamente a rete senza mai scomporsi. Sono in parecchi adesso i calciatori che hanno l’argento vivo addosso, che ci danno dentro con vigore e con carattere. Lo stesso Di Pasquale, ultimo arrivato, ha messo in mostra buoni numeri quando è stato chiamato a sostituire Imparato sulla fascia destra dello schieramento.
Adesso però bisogna pensare subito a fare punti. Arriva la Salernitana. Si tratterà di un derby particolarmente sentito, arricchito dalla presenza in campo di due ex con il dente avvelenato, vale a dire Fusco e Ferraro. A proposito di dente avvelenato, vi raccomando anche Eziolino …
Come finirà? Il futuro è nel grembo di Giove, come dicevano gli antichi.
Nino Ruggiero
(Trasmissione “Azzurrissima” di Telenuova, venerdì 21 gennaio 2011)
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