Così è (anche se non vi pare)
E dagli! eccomi ancora a commentare una sconfitta. Non le voglio nemmeno contare più visto che sono tante, troppe, quasi scontate. C’è un amico che vive lontano da Pagani e che, non essendo dotato di pazienza, di computer e di spirito tecnologico, mi chiamava a telefono nel tardo pomeriggio della domenica – da vecchio appassionato di calcio – per sapere qualcosa della Paganese. Non mi chiama più da parecchie settimane. “Abbiamo perduto ancora – mi disse nell’ultima settimana, in prossimità delle festività di natale – vuol dire che ti chiamerò quando vinceremo una partita.” A questo punto, per come si sono messe le cose, mi auguro solo di non perdere pure un amico …
La partita non è stata piatta come potrebbe far pensare il risultato. Mi sono dovuto sorbire per oltre un’ora su “Li.ra. sport”, impeccabile e precisa emittente salernitana che mantiene sempre e puntualmente fede agli impegni presi, i commenti parziali e le grida ossessive di un telecronista che è riduttivo definire tifoso; dopo il gol subìto – per rispetto delle mie orecchie e di un minimo di obiettività che non guasta mai – ho tolto l’audio. Che bello, il telecomando! ce ne vorrebbe uno che riuscisse anche a modificare l’andamento di una partita, come quella di Bassano del Grappa; ma non l’hanno ancora inventato.
Nelle varie sintesi mandate in onda su più emittenti, manco a farlo apposta curate dallo stesso telecronista cui ho tolto la voce dopo il gol subìto, si sono visti in campo solo i padroni di casa. Non voglio illudere nessuno, né tantomeno tentare di giustificare l’ennesima sconfitta, ma mi pare di poter dire che – pur sconfitta – la Paganese si è dimostrata viva e propositiva a dispetto della classifica che è lì, impietosa, a dirci che solo un miracolo questa volta potrà salvarci.
La squadra non si è mai arresa. Ha giocato da pari a pari con l’avversaria di turno. Ha controbattuto colpo su colpo: è andata più volte vicina alla segnatura e se l’avesse fatto non ci sarebbe stato da scandalizzarsi perché – a differenza di altre precedenti pietose esibizioni in trasferta – si è puntato anche a vincere la gara in virtù di un gioco arioso e mai rinunciatario.
D’altra parte, lo si sapeva, e lo abbiamo detto in tanti, a questo punto del campionato, è inutile guardare al punticino. L’aggancio alla penultima in classifica, che oggi dista ben sei lunghezze, può avvenire solo se si riusciranno finalmente ad inanellare più vittorie di seguito.
Nel primo tempo la squadra è stata sorniona. Ha controllato gli avversari che hanno avuto un leggero predominio territoriale; poi si è anche fatta vedere in avanti e ha costruito un paio di palle gol con Tortori e con Vicedomini. Un primo tempo in sordina, uno di quelli che – si usa dire – servono a studiare l’avversario.
Nel secondo tempo, quando c’è stato l’ingresso di Lepore al posto di Triarico, la squadra è apparsa più propositiva e arrembante. Non so per la verità, avendo sempre apprezzato l’indiscusso valore tecnico di Triarico, se sia stato il cambio effettuato da Capuano a dare maggiore linfa offensiva alla squadra. Di certo è che con l’ingresso di Lepore la squadra è parsa più viva, più convinta dei propri mezzi, più arrembante. Lepore ha interpretato in pieno il copione dell’attaccante brioso a tutto campo. Ha svariato sulla fascia sinistra portando scompiglio nella retroguardia del Bassano, ma non ha disdegnato inserimenti anche al centro a supporto di Cortese. L’ex leccese-varesotto, che sapevamo in possesso di buoni numeri, sembra essere pervaso da un gagliardo spirito garibaldino; inoltre non si ferma mai, denotando per questo anche una buona condizione fisica.
Lasciatemi dire, a questo punto del campionato, che la squadra per risollevarsi e per abbandonare il disarmante grigiore che l’ha caratterizzata negli ultimi tempi, ha bisogno proprio di elementi dall’argento vivo addosso che non accusano il peso di una classifica deficitaria; e che, anzi, sono estremamente propositivi.
Buono l’esordio di Di Pasquale, giovane di talento che – da quello che si è visto nei minuti in cui è stato in campo – sembra in grado di svolgere bene sia la fase difensiva che quella offensiva. Il calciatore può rappresentare una valida alternativa a Imparato, perché interpreta lo stesso ruolo e la stessa identica mansione sulla fascia destra; perché è uno di quelli apparsi più in palla dal punto di vista della condizione fisica.
Ho scritto dei nuovi perché tutti vogliamo sapere sempre qualcosa in più su atleti arrivati alla rinfusa nel cosiddetto mercato di gennaio. Ebbene, guardate – non sembri un eufemismo – quella che deve essere considerata la “nuova Paganese” è apparsa solo lontana parente di quella squadra che è stata rivoltata come un calzino proprio a gennaio.
Certo, starete pensando guardando al risultato, come in matematica, che mutando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Ma qui non siamo in presenza degli stessi fattori, siamo in presenza di una squadra nuova non solo negli atleti ma anche nello spirito.
La squadra adesso ha più personalità a centrocampo grazie all’acume tattico di Gatti, possiede elementi che sanno dare la giusta spinta offensiva sulle due fasce laterali e si propongono prepotentemente in avanti nella fase di possesso di palla. Non tutto è perfetto, non tutti i meccanismi di interscambi sono oleati a dovere, ma si sapeva che ci sarebbero state difficoltà di intesa fra elementi giunti uno alla volta, alla spicciolata.
Il guaio più grosso, purtroppo, è rappresentato dal poco tempo a disposizione per amalgamare le varie anime della squadra. Questo è il vero handicap che ci opprime e con il quale la squadra è costretta a convivere; non è di poco conto, anzi…
Ci vorrebbe, inoltre, anche una iniezione di fiducia che può venire solo dai risultati.
Domenica arriva la Salernitana; un derby che stuzzica la fantasia, un derby che non avrà – purtroppo – una gioiosa cornice di pubblico.
La vittoria, questa sconosciuta, è invitata a partecipare. Come ospite d’onore nel settore destinato alla Paganese.
Nino Ruggiero
(Rubrica “Così è, anche se non vi pare”, Paganese.it 19 gennaio 2011)
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