Così è, anche se non vi pare
Nella foto, tratta da Sportube, il gol realizzato da Caccavallo
Aspettavo buone nuove dal mercato che chiude stasera, ma nel momento in cui scrivo non ho notizie sulle mosse della società. Aspettiamo, fiduciosi, le ultime ore: sono quelle in cui, di solito, qualche affare va in porto; nella speranza che per la Paganese sia affare nel vero senso della parola.
Intanto c’è da dire che la squadra, finalmente meno falcidiata da infortuni e squalifiche, nel girone di ritorno, sta ottenendo risultati più che positivi. Tre gare: un pareggio – quello di Foggia, che grida ancora vendetta per come è maturato dopo che la squadra era in vantaggio per due reti a zero – e due vittorie.
Un inizio scoppiettante, dunque, in quello che deve essere considerato come un vero e proprio nuovo campionato, viste le rivoluzioni che di solito, nel cosiddetto mercato di riparazione, interessano quasi tutte le squadre.
Il merito va ascritto a tutta la squadra, con Grassadonia in testa, ovviamente, per come sta interpretando un discorso tattico innovativo e che, a prescindere dalle stantie e stucchevoli formule tattiche numeriche, dimostra tutta la sua validità. Una squadra così armonica, così quadrata, tanto compatta, tanto “corta”, per usare un termine tanto in voga nei discorsi tattici, a essere sincero, erano anni che non la si vedeva.
I risultati non sono mai figli del caso. Ti può andare bene una volta, anche due; ma se non hai sostanza, se non hai organizzazione di gioco, se non hai elementi adatti alla bisogna, alla fine i risultati positivi saranno solo una chimera.
Intendiamoci, non è che la squadra sia diventata invincibile, no, assolutamente no. Solo che potendo contare su tutti gli elementi della rosa, l’allenatore, in questo girone di ritorno, ha potuto sviscerare meglio il suo disegno tattico. Di sicuro avrebbe bisogno almeno di un paio di elementi di spessore: un difensore centrale di sicuro affidamento e un centrocampista in grado di sostituire o affiancare Carcione nella zona centrale del campo. Il tutto per poter affrontare le rimanenti gare senza assillo perché, ricordiamolo sempre, tutte le squadre – anche quelle che sembrano derelitte – faranno di tutto per arrivare alla salvezza, che per la Paganese resta l’obiettivo principale, fissato dal presidente Trapani a inizio campionato.
Intanto va detto che Grassadonia sta tirando fuori il meglio dagli elementi a sua disposizione; e la cosa suona a esclusivo suo merito. Ha rigenerato Caccavallo, che oggi è il fiore all’occhiello della squadra e che – oltre a essere principe indiscusso del gol – riesce a partecipare al gioco d’assieme; rientra, contrasta, dà una mano, quando serve, nella zona centrale del campo ed è implacabile giustiziere sotto rete. Un giocatore da copertina, Caccavallo; e Grassadonia è il suo profeta quando pronostica per lui un campionato da quindici gol.
Ma è tutta la squadra che ha capito e assimilato il credo tattico di Grassadonia. Tutti indietro, nel momento del bisogno, e tutti avanti quando si è in possesso di palla: è questa la concezione di gioco che viene pedissequamente applicata in un movimento continuo – anche senza palla – che presuppone anche, e soprattutto, un’ottima condizione fisica.
Ci provò tanti anni fa a far giocare così la Paganese, nel campionato 1970-71, un certo Guido Gratton, ex calciatore della Fiorentina, vincitrice dello scudetto nel 1955-56 e titolare indiscusso nella Nazionale maggiore. Fu preso per pazzo: dovette andar via di notte, scappare letteralmente perché i calciatori dell’epoca non erano pronti a interpretare questo tipo di calcio dispendioso.
Erano altri tempi, si giocava in modo lezioso e i calciatori avevano ritmi di gioco diversi; non volevano saperne di andare avanti e indietro, anche senza palla, in quel movimento continuo che lui definiva a “fisarmonica”. Oggi Gratton, scomparso tragicamente nel 1996 per aver subìto una rapina finita male, sarebbe fiero del lavoro fatto da Grassadonia al cui credo si sono convertiti atleti seri e coscienziosi.
È cominciato bene questo 2016 e ci auguriamo che continui così.
Nino Ruggiero
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