Una foto di Arturo Valerio, tratta dal libro “Cuore gialloverde” di G. Antonio Cerone
Melfi, stadio “Arturo Valerio”. Un nome e cognome che dice poco o niente alla Paganese che domenica sarà impegnata proprio in Basilicata contro la locale squadra.
L’ho conosciuto, e bene, Arturo Valerio negli anni Sessanta quando cominciavo a scrivere di calcio. Era dirigente accompagnatore della squadra giallo-verde, e non solo. A lui faceva capo tutta l’organizzazione della squadra lucana. Era stato grande giocatore, centravanti negli anni del dopo guerra; aveva indossato maglie prestigiose, quella del Trani ad esempio, quando la serie C era un sogno per tanti giovani atleti indigeni.
A Melfi, Arturo Valerio, fiuto non comune da segugio, vero scopritore di talenti, aveva fermato il suo tempo e aveva portato grande competenza. Una vita interamente dedicata al calcio giallo-verde fino al giorno del suo addio terreno.
Collaboravo con “La Gazzetta del Mezzogiorno”, quotidiano con aree di diffusione in Puglia e Basilicata. Quel giorno, 29 ottobre del 1967, dopo la gara che il Melfi aveva disputato a Scafati, dimostrò anche di essere una grande persona, esagerando. Negli spogliatoi, a fine gara, gli confessai di aver avuto un incidente d’auto prima della gara, con vettura inutilizzabile.
Esagerò, ma era nel suo stile, e, con la silenziosa complicità di Luciano Panetti, allenatore, grande portiere con trascorsi alla Roma e al Torino in serie A, deviando dal normale percorso, volle accompagnarmi fino a Pagani con il pullman della squadra. Ma non a Pagani città, no: Pagani, via Andrea Tortora civico 3, la mia abitazione del tempo.
Ancora oggi ricordo e conservo gelosamente le sue cartoline di Natale, ingiallite dal tempo.
Arturo Valerio, persona indimenticabile.
grazie per le belle parole su mio padre – per sempre nei cuori di chi ama il calcio e il Melfi