Ritroviamoci il venerdì
Stavolta è proprio il caso di dire “ritroviamoci il venerdì”. Dopo una lunga pausa natalizia, riprende il campionato. Io non so se la Befana, inossidabile vecchietta della nostra gioventù, abbia portato alla Paganese i doni giusti, richiesti a gran voce e auspicati da tempo. Tutti ci auguriamo di sì, anche se – come sempre – sarà il campo a dare la giusta e inequivocabile risposta.
Intanto bisogna registrare positivamente, se non altro, l’intenzione della società di tentarle tutte in tema di salvezza. Con l’attuale classifica, che ci vede ultimi a quattro distanze dal Monza, c’è poco da stare allegri. Ma, si sa, la speranza è l’ultima a morire. L’importante è continuare a credere e soprattutto continuare a far crescere la squadra in fatto di qualità.
Gli acquisti annunciati che hanno comportato una vera e propria “rivoluzione di gennaio”, sulla carta, appaiono affidabili. Mi pare di poter affermare che non si è acquistato tanto per acquistare, bensì per dare a Capuano gli elementi che aveva richiesto, se non nominativamente almeno per caratteristiche tecniche.
Questi elementi, che costituiranno l’asse portante, la vera e propria spina dorsale della squadra, non avranno purtroppo nemmeno il tempo di ambientarsi e parecchi di loro saranno schierati subito, già nella gara interna con il Pavia.
Si tratta di acquisti mirati, arrivati proprio perché siano da subito protagonisti; non ci sarà il tempo per inserirli uno per volta nella formazione, come logica e buon senso avrebbe richiesto.
Ma per come siamo combinati, scusate l’esagerazione, per quello che la squadra ha fatto vedere nell’ultimo scorcio di campionato, il rischio degli inserimenti in blocco deve essere inteso come calcolato. Peggio di come siamo andati nell’ultimo periodo non è possibile fare; giusto quindi procedere subito e rivoltare la squadra come un calzino.
C’era bisogno di una rifondazione, diciamocelo chiaramente, a differenza di quanto avvenuto negli scorsi anni. Oramai la squadra era allo sbando totale. Mancava l’autostima, che è elemento fondamentale per i calciatori: più di uno – pur essendo dotato di buoni mezzi – oramai sembrava interpretare la parte “dell’asino in mezzo ai suoni”, frastornato probabilmente anche dalle idee tattiche dell’allenatore.
C’era bisogno allora che qualcuno dal campo, oltre che dalla panchina, prendesse per mano la squadra e dall’alto della sua esperienza riuscisse a riportare geometria e dignità.
Credo che l’ingaggio di Gatti, in proposito, sia significativo proprio per questo. Gatti ha personalità, esperienza da vendere, ha calcato terreni di calcio importanti e in questa nuova Paganese è deputato a svolgere un lavoro psicologico oltre che di geometra del gioco. Deve essere la guida ed il faro cui ricorrere nei momenti di difficoltà che ogni gara riserva. Deve infondere saggezza tattica e geometria in un reparto che deve diventare il fulcro della squadra.
Guardate, in ogni squadra che si rispetti deve esserci sempre una spina dorsale, un punto di riferimento importante, una guida. Quando c’è spina dorsale si può anche parlare di tattiche, di gioco, di gol fatti o non fatti. Quando c’è spina dorsale c’è vitalità, c’è speranza, c’è voglia di arrivare al risultato.
Di certo non voglio caricare l’ex calciatore napoletano-perugino di responsabilità più grandi di quelle che già ha, ma mi sa che se lui comincia a girare subito, la squadra comincerà finalmente ad avere una identità: proprio quella che è mancata negli ultimi tempi.
Per intanto bisogna pensare a fare punti. Da oggi, per fortuna, con Radi dotato di buone doti balistiche avremo anche chi saprà indirizzare una punizione verso la porta avversaria, che è cosa non da poco.
Certo, cominciando da subito, sarà una corsa ad handicap fino al termine del campionato e non sarà possibile prendersi delle pause: quelle sono state già prese abbondantemente nel corso della prima parte del torneo.
Con la squadra di Pavia, che alla vigilia del campionato, sulla carta, avrebbe dovuto essere una concorrente diretta per la salvezza, bisognerà puntare direttamente ai tre punti.
Ci contiamo, arrivino come arrivino.
Nino Ruggiero
(Trasmissione “Azzurrissima” di Telenuova, venerdì 7 gennaio 2011)
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