Il tiro di Deli sull’esterno della rete dopo quattro minuti di gioco
Volenti o nolenti, ci hanno costretti a far di conti, cioè dobbiamo fare ricorso all’aritmetica più elementare per cercare di ingabbiare il futuro più prossimo. Perché? Perché gira e rigira, alla fine, quando nella vita non si è in grado di sbrigarsela da soli e, nella fattispecie, non si riesce a sistemare la classifica con le proprie forze, alla fine devi poi dipendere anche dagli altri.
Parlo ovviamente della Paganese; di una squadra che ha perduto da tempo, a causa di inevitabili scelte societarie, la sua identità. Media punti da brividi nella seconda parte del campionato, quasi un record negativo: appena nove punti racimolati dalla prima di ritorno ad oggi. Quattordici partite, nove punti!
D’accordo: non si poteva pretendere che la squadra raccogliesse punti dal doppio incontro con Benevento e Salernitana, ma mi pare di poter dire che – a differenza di quanto ottimisticamente previsto – nemmeno con squadre più alla portata si siano presi quei punti che ci avrebbero fatto stare più tranquilli.
Mancano solo cinque gare alla fine e per fortuna, grazie al “tesoretto” accantonato nel girone di andata, la Paganese mantiene ancora una certa distanza sul gruppetto delle squadre che al momento sono destinate a disputare i “play out”. Dopo gli ultimi incontri di oggi, considerati i pareggi di Messina e Savoia, il margine di vantaggio sulle due squadre si è ridotto di un punto. Sei sono in termini numerici le distanze che separano la Paganese da Savoia e Messina, ma possiamo anche dire che sono praticamente sette, in considerazione del fatto che negli scontri diretti, in una eventuale classifica avulsa, la Paganese è in vantaggio.
Si guardava solo a Messina e Savoia, considerate serie antagoniste da tenere d’occhio, ma poi all’improvviso c’è stato una specie di scatto repentino da parte dell’Ischia. La squadra di Maurizi proprio ieri ha fatto un bel balzo in avanti, grazie alla vittoria conseguita in trasferta a Reggio Calabria e si è portata a cinque punti, che in pratica sarebbero sei, sempre per il vantaggio acquisito negli scontri diretti.
Lo vedete come siamo ridotti? A calcoli da ragioniere. Ma si può? é mai possibile? come siamo arrivati a questo?
La storia è lunga e delicata al tempo stesso. Proprio perché lunga e delicata avrebbe bisogno di essere sviscerata per bene. Vorrei dire tante cose, ma me le tengo per me perché in questo momento c’è un solo obiettivo da raggiungere: la salvezza sul campo.
So bene qual è l’aria che tira in giro: so bene che nella tifoseria c’è molto scoramento per un rituale che si ripete da tempo: quello di smantellare puntualmente la squadra nel periodo natalizio; so anche bene che più d’un tifoso, sempre più sconsolato e avvilito, vorrebbe sapere che fine ha fatto quel “progetto” tirato in ballo ogni anno e mai reso pubblico. Però conosco altrettanto bene anche i problemi personali che affliggono la proprietà. Allora cosa vogliamo fare? Ve la sentite, voi che avete sangue azzurro nelle vene, di abbandonare la nave in un momento di grave difficoltà? Io dico di no, pur con tutta la comprensione per uno stato d’animo che pervade moltissimi: gli irriducibili di ogni domenica al “Marcello Torre”, ma anche chi, per un motivo o per un altro, forse anche colpevolmente, segue solo indirettamente le sorti della squadra.
Non ho parlato di calcio, e mi dispiace. Ma in questo momento delicatissimo, credo che ogni tipo di discorso che investe il lato tecnico-tattico sia del tutto pleonastico. È del tutto inutile che vi dica che la squadra ha grossi limiti, perché ognuno di voi lo sa troppo bene; ed è altrettanto inutile che ci mettiamo a rimpiangere le infauste scelte di mercato natalizie; bisogna solo ricordare che – pochezza tecnica a parte – dobbiamo anche fare i conti con malanni che negli ultimi tempi hanno interessato alcuni giocatori considerati fra i più quotati della “rosa”.
Il turno di riposo pasquale dovrà servire a Sottil per recuperare proprio questi calciatori di cui la squadra al momento non può fare a meno.
Poi andremo a Lamezia domenica 12, giorno dedicato alla “Madonna delle Galline”; giocheremo la settimana successiva in casa con l’Aversa Normanna con l’augurio e la speranza che – raggranellando preziosi punticini – non si debba ancora contare solo sulle disgrazie altrui.
Pardon, sconfitte altrui.
Nino Ruggiero
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