Così è, anche se non vi pare
Nella foto, tratta da Sportube, il gol di testa messo a segno da Caturano
La partita con il Melfi è alle spalle; ed è meglio che ce la scordiamo. Ma ce la vogliamo scordare noi che abbiamo la Paganese nel sangue e che abbiamo assistito a uno spettacolo calcistico pietoso, seguendo la partita attraverso Sportube. Non se la devono scordare, invece, i calciatori che devono tenerla bene in mente e analizzare a fondo, unitamente al tecnico Sottil, i motivi che hanno portato a una vera e propria disfatta nei confronti di un’avversaria che sul campo ha dimostrato grossa vitalità e voglia di vincere.
Sappiamo oramai da tempo che gravi problemi hanno interessato e interessano i vertici della società azurro-stellata. Conosciamo bene i motivi di ordine economico che hanno portato a una specie di rivoluzione che, giocoforza, ha rivoltato la formazione come un calzino. Ma non ci capacitiamo, non riusciamo a comprendere i motivi di una “debacle”, quando assistiamo a spettacoli indecorosi come quello offerto a Melfi.
Le sconfitte nel calcio sono sempre dietro l’angolo, non si discute, ma si può perdere in tanti modi; mai però perdendo la faccia con prestazioni al limite della decenza.
Quello che è stato è stato. Inutile piangersi addosso, anche se un esame serio interno allo spogliatoio va fatto. Innanzitutto per cercare di inquadrare il particolare momento e per capire i motivi di continui risultati negativi che hanno dilapidato un “tesoretto”, accantonato nel periodo d’oro della squadra che – guarda caso – ebbe inizio proprio nella gara d’andata con lo stesso Melfi.
Sappiamo bene che sono andati via calciatori importanti, ma è il rendimento della squadra in termini di prestazioni, soprattutto sul piano agonistico, che lascia a desiderare.
Proprio per entrare nei particolari, ad esempio, non si riesce a capire per quale motivo un calciatore importante come Aurelio nelle ultime gare stia offrendo un rendimento basso e alterno, rapportato alle sue grosse potenzialità. Nei momenti critici devono essere proprio gli atleti dotati di maggiore carisma e classe a prendere per mano le squadre. Da Aurelio, che si era presentato con un gran gol nella giornata del suo debutto al “Marcello Torre”, ci attendiamo proprio questo: che sappia infondere coraggio e determinazione ai suoi giovani compagni e, contemporaneamente, offrire quel grosso contributo di classe che un calciatore del suo calibro è in grado di dare. Dico questo non per caricare un calciatore oltre le sue umane possibilità o per pretendere l’impossibile; ma perché, visto che il calcio è un gioco di squadra, è giusto pretendere qualcosa in più, anche in termini di esempi in campo, da un atleta che ha grossi trascorsi professionali e potenzialità non comuni. D’altronde, si sa, dai calciatori più in vista si vuole sempre qualcosa in più. Quel qualcosa in più che devono dare anche gli altri atleti in possesso di buone esperienze, tipo Girardi, Moracci, Tartaglia, perché nei momenti difficili devono essere proprio gli elementi più navigati a prendere per mano i compagni più giovani e che, proprio per la loro giovane età, possono perdere più facilmente il filo del discorso agonistico.
La gara infrasettimanale di dopodomani, mercoledì, contro l’Ischia arriva nel momento più delicato di questo campionato. Sottil ha veramente poco da scegliere se si considera che avrà Maruocco e Calamai, oltre che Baccolo, alle prese con infortuni. Ma la partita avrà connotazioni ben precise. La Paganese dovrà puntare alla conquista dei tre punti in palio per non disperdere quel vantaggio che ancora mantiene soprattutto nei confronti del Messina e, conseguentemente, sulla zona play-out.
La gara non sarà facile, così come non saranno facili le altre gare – e ce ne sono dieci – fino al termine del campionato. Ma le partite che valgono il doppio, come quella con l’Ischia, devono portare tre punti, che nella fattispecie hanno il valore di sei punti perché si tratta di scontro diretto.
Forse non sarà una notte magica quella del “Marcello Torre” con inizio alle ore 20 e 30, ma ci auguriamo che sia almeno la notte della speranza.
Nino Ruggiero
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