Nella foto, un intervento di Ravaglia su tiro di Girardi
Alla luce dei risultati complessivi scaturiti dall’ottava di ritorno, in particolare dalle gare Messina-Juve Stabia e Melfi-Aversa Normanna, è sciolto il dilemma: il bicchiere è mezzo pieno, non mezzo vuoto. Forse è una magra consolazione se teniamo in conto il poco decoroso spettacolo offerto al “Marcello Torre” nell’insolito orario più adatto a una bella brioche e cappuccino; ma con questi chiari di luna – fedeli agli aforismi marzulliani – dobbiamo considerare che è meglio avere un punto in più in classifica piuttosto che rimanere al palo, fermi a quota 29.
Brutta partita; forse la più brutta, scialba e insulsa degli ultimi anni. Alla squadra si chiedeva una gara di carattere, ma il campo ha confermato ancora una volta verità incontestabili; vale a dire che la qualità non si inventa dalla sera alla mattina, anche quando ci sono tutte le migliori intenzioni di questo mondo.
Conosciamo bene la difficile situazione societaria e ci rendiamo pure conto che determinate operazioni di mercato sono state necessarie per salvaguardare il bilancio. Per questo non è possibile intavolare discorsi di natura tecnico-tattica, così come fanno in tanti sugli spalti evocando atleti che non ci sono più. Bisognerà capacitarsi una volta per sempre che nel calcio non esistono formule magiche; pertanto bisognerà conquistarsi la permanenza in Legapro con gli atleti attualmente a disposizione.
Con queste premesse è normale che la squadra, con la rosa che si ritrova, accusi qualche problema soprattutto dalla cintola in su. La difesa non dà soverchie preoccupazioni perché ha un suo assetto che è più o meno quello dell’inizio del campionato e qualche certezza la offre, specie quando ognuno svolge il proprio compito senza strafare.
A centrocampo ci sono atleti che hanno dovuto abdicare ai loro ruoli originari, soprattutto quelli più dotati tecnicamente, tipo Baccolo, per cercare di dare un volto al centrocampo. Altri, tipo Aurelio, sempre per motivi strettamente tattici e per dare più consistenza al gioco di proposizione, si stanno sfiancando in un ruolo che non è confacente alle loro caratteristiche.
Abbiamo visto che, con tutta la buona volontà possibile e immaginabile messa in campo, la gara con il Cosenza ci ha consegnato una squadra inguardabile. Eccolo, il centrocampo: Baccolo probabilmente è risultato il migliore per prestazione complessiva, per impegno e per dedizione alla maglia; ha corso per due, si è sfiancato in un difficile compito di raccordo fra difesa e centrocampo, ma non è riuscito a farsi vedere una sola volta in avanti preso com’era da compiti anche difensivi, di frangiflutti davanti alla difesa. Aurelio, altro elemento di spessore, forse l’unico che ha nelle corde e nelle gambe la forza e l’abilità di saltare l’uomo, è incappato anche in una giornata nera oltre che in compiti che non rendono onore alla sua bravura. Calamai e Malaccari hanno giocato a corrente alternata; ma si è capito che sono più bravi a recitare la parte di incursori, soprattutto Calamai, che di incontristi.
Ogni calciatore ha sue precise caratteristiche. Ci sono quelli di movimento, vale a dire quelli che riescono a esprimere le loro migliori qualità facendo leva sul movimento e sulla corsa; e ci sono quelli di posizione, quelli che riescono a far correre la palla perché hanno il senso della posizione in campo, sono veri e propri geometri e fanno correre soprattutto la palla in virtù di un senso tattico non comune. Oggi la Paganese conta soprattutto molti calciatori di movimento. Forse l’unico calciatore di posizione è Bergamini, peraltro già utilizzato unitamente a Baccolo, Malaccari e Calamai nella trasferta di Messina. Ma Sottil probabilmente, proprio per la sua età, teme di bruciarlo in un ruolo, quello del regista, che è di grande responsabilità nell’economia complessiva del gioco della squadra; non altrimenti si spiegherebbe la sua iniziale esclusione.
Sabato prossimo ci sarà un altro scontro diretto. A Melfi la squadra dovrà sostenere l’impatto dei padroni di casa ancora con il dente avvelenato per aver ceduto l’intera posta in palio all’Aversa Normanna. Sarà dura, ma un risultato positivo non è impossibile.
Anche stavolta un pareggio potrà essere paragonato a un bicchiere mezzo pieno.
Nino Ruggiero
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