Così è, anche se non vi pare
Nella foto, una punizione di Aurelio ribattuta dalla barriera
Nel calcio si vince, si pareggia, si perde. Si tratta di un gioco, e ci deve essere sempre un risultato. Spesso quest’ultimo non è direttamente proporzionale alla quantità del gioco espresso in quanto, ai fini dell’esito finale, devono sempre essere tenuti presenti alcuni fattori che condizionano e confezionano un risultato. Bastasse solo l’impegno e l’agonismo, al calcio potrebbero giocare tutti quelli che di volontà e di “salute” ne hanno da vendere. Invece – oltre all’ardore agonistico, che pure è elemento di primordine – ci sono altri elementi imprescindibili che contribuiscono a formare un risultato: la qualità degli atleti in campo, la buona disposizione tattica, la preparazione dell’arbitro cui è affidata la gara e la buona sorte.
Veniamo alla partita con il Lecce. In quanto a qualità, in tutta onestà, bisogna riconoscere che la formazione salentina – avversaria del venerdì sera – non è seconda a nessuno. Possiede un’inquadratura di tutto rispetto, con calciatori di esperienza che hanno calcato terreni di gioco di serie superiori. Tutto il contrario della Paganese che – Marruocco e Girardi a parte – attualmente conta su una rosa che somiglia molto di più a una squadra “primavera” che a una compagine di LegaPro. Quindi valori tecnici indiscutibilmente superiori da parte della squadra pugliese e che fanno il paio con la predisposizione degli atleti a seguire l’estenuante lavoro anche di ordine tattico e psicologico cui si dedica da qualche settimana il neo allenatore Bollini. Tralascio, come sempre, la direzione arbitrale anche se nel corso della gara non tutto è filato liscio come l’olio (vedi l’episodio dubbio del secondo tempo su Tartaglia in area di rigore leccese).
L’ultimo elemento da prendere in considerazione: la buona sorte pare accompagnare sempre i più forti, non solo nello sport ma anche nella vita; è capitato con il Lecce, ma non è la prima e non sarà l’ultima volta che i più forti sono benevolmente accompagnati dalla dea bendata; scherzo della natura? chissà!!!…
Paganese-Lecce rappresenta l’esempio calzante di quanto sopra enunciato e una conferma di quanto possa essere intrigante una partita di calcio. È fuori discussione il valore della squadra salentina, il cui patron Tesoro non ha badato a spese in fase di calcio mercato. Ma, dopo aver assistito a una sfida che sulla carta si presentava impari, credo si possa dire con assoluta buona fede che il risultato finale di 2 a 0 sia oltremodo penalizzante per una Paganese che ha giocato una gara intensa e vibrante.
La partita l’ho vista due volte. La prima dalla tribuna di uno spettrale “Marcello Torre”, mai così abbandonato dalla gran parte di quelli che ho sempre chiamato “tifosi”; la seconda seduto davanti alla tv per un ripasso dell’intera registrazione di Raisport. Ci sono azioni che vanno riviste e studiate perché non sempre l’occhio umano, dal vivo, riesce a trasmettere con esattezza al cervello una determinata situazione. E allora c’è bisogno di conferme, specie quando si tratta di esprimere pareri.
Ero convinto, e lo sono ancora di più dopo aver rivisto il film della partita, che la Paganese avesse disputato una buona gara. Ma gli errori nel calcio si pagano amaramente, specie quando devi fare i conti con un avversario più forte. Non è la prima volta che la difesa paganese incorre in un pasticcio. Può darsi che i continui cambi nel reparto arretrato abbiano sconvolto l’assetto dello stesso; ma è incredibile come si possa incassare, proprio nelle fasi iniziali della partita, un gol che non sta né in cielo né in terra.
Quando vengono a mancare anche le certezze; quando gli elementi più rappresentativi cominciano a vacillare, allora veramente c’è da preoccuparsi.
Adesso però c’è solo bisogno di tranquillità e di non cercare il colpevole a tutti i costi perché è necessario centrare al più presto il traguardo della salvezza che comunque – con tutte le disavventure che stanno capitando – è a portata di mano.
Gol iniziale a parte, mi è sembrato di vedere una Paganese ben disposta in campo e che ha dato segnali di vitalità. Buona la predisposizione tattica effettuata da Sottil nella zona centrale del campo. Buona la prova complessiva di tutti i reparti con la consapevolezza che tutti hanno dato il massimo.
Una nota particolare però sento di spenderla per il giovane Bergamini, chiamato a un ruolo di grande responsabilità tattica. A fine partita, da più parti, ho sentito commenti poco confortanti sul prestazione del ragazzo e più d’uno ha rimpianto le contemporanee assenze dal terreno di gioco di Baccolo, di Deli e di qualche altro atleta che non fa più parte della rosa a disposizione.
Purtroppo dobbiamo abituarci a guardare avanti. Rimpiangere il passato non serve a niente. Per quello che riguarda Baccolo e Deli credo che la loro perdurante assenza si senta sicuramente nell’economia del gioco complessivo; forse la sente ancora di più Sottil in tema di pedine a disposizione. Ma devo anche precisare, e ne sono convinto, che al momento l’unico atleta della rosa che ha predisposizione innata alla regìa è proprio Bergamini. Il ragazzo ha piedi buoni e personalità tattica non comune per uno della sua età; certo, ne deve ancora mangiare forni di pane, come diciamo dalle nostre parti, ma è indubbio che al momento è l’unico elemento pensante di cui disponga Sottil in grado di distribuire il gioco a testa alta, di far camminare il pallone, invece di portarlo a zonzo, forte di una predisposizione innata al ruolo. Deve crescere sicuramente ma ha il passo e la stoffa per diventare qualcuno nelle vesti di play-maker. Diamogli il tempo che merita. Andava detto e l’ho detto, come sempre, senza peli sulla lingua.
Intanto mi piace constatare che Calamai nel suo nuovo ruolo di incursore, ritagliato su misura da Sottil, sta dando il meglio di sé; così come sta dando tutto se stesso Malaccari, un elemento che corre per tre e svolge un lavoro oscuro che però si sente nell’economia complessiva del gioco.
Qualcosa in più dobbiamo aspettarcelo per l’attacco. Chissà che Russini non sia l’attaccante esterno da affiancare a Girardi e Aurelio, che ho visto in buona forma, in alternativa a Longo.
Sabato prossimo altro incontro “tosto” a Castellammare di Stabia, ma di “mosci” ce ne saranno ben pochi fino al termine del campionato.
Ho dato uno sguardo alla classifica dopo gli anticipi di ieri. Con la sconfitta del Melfi in casa, la Paganese mantiene inalterato il vantaggio di quattro punti sulla zona play-out. Non è molto, ma non è nemmeno poco, in attesa di riprendere l’interrotto cammino della speranza.
Sarà dura, ma niente è impossibile.
Nino Ruggiero
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