Il pareggio interno conseguito con l’Anzio ha lasciato sicuramente l’amaro in bocca a chi pensava, calendario alla mano, di riuscire a rosicchiare, in questa tornata, punti preziosi alle dirette avversarie nella lotta per il primato.
Invece questo campionato, purtroppo o per fortuna, si sta caratterizzando per risultati a volte insperati conseguiti da squadre sulla carta meno dotate e che capovolgono miseramente tutte le aspettative di squadre costruite per vincere.
Intendiamoci subito, a evitare equivoci: l’attuale Paganese non è una squadra costruita per vincere. Non lo è stata fin dall’inizio, in piena estate, quando per evitare facili entusiasmi, la nuova proprietà ha inteso subito mettere le mani avanti parlando di un progetto a scadenza; lo stesso che avrebbe comportato la definizione, una volta per sempre, del gravoso debito societario contratto negli anni con l’erario. La nuova squadra, affidata al giovane allenatore Esposito, intanto avrebbe dovuto avere un buon assetto di gioco, equilibrato e armonico, con giovani di prospettiva, in grado di poter aspirare nel tempo anche a traguardi di buon prestigio. E a dire il vero, la compagine, venuta fuori dalle ceneri dello scorso anno, grazie soprattutto al determinante arrivo in società del patron Nicola Cardillo, riesce quasi subito a coniugare, nel modo giusto, equilibrio amministrativo-contabile ed equilibrio tecnico-tattico.
Fin qui ci siamo. La storia non si inventa dall’oggi al domani, così come non si inventa una capolista su due piedi.
È una squadra, quella degli azzurrostellati, che grazie proprio all’equilibrio raggiunto, man mano che le giornate passano, in virtù anche di buoni e incoraggianti risultati sportivi raggiunti, autorizza i suoi tifosi a sperare in un sogno epocale. Infatti, a un certo punto del campionato, e siamo all’inizio di novembre, la Paganese sembra scoppiare di salute: vince a mani basse con la Sarrabus Ogliastra, espugna il campo della Cynthiaalbalonga, pareggia con Terracina e Gelbison, vince in casa con la Sarnese e si presenta al primo posto in classifica. Arrivati in vetta, nonostante i programmi di minima a suo tempo stilati, voi che amate la “stella” che avreste fatto? Avreste deposto le armi? Risposta ovvia: allora crediamoci!
“Questo è un campionato aperto, tutto da giocare – sostengono oggi gli esperti, soprattutto quelli che conoscono a menadito le insidie degli altri gironi della stessa categoria – sarebbe da folli non partecipare alla lotta per il primato in un girone non proprio impossibile”
Ecco perché la Paganese, partita con ambizioni modeste, adesso non può tirarsi indietro e deve partecipare al ballo del primato; ballo riservato agli uomini duri, a quelli che non mollano mai. In un campionato che non ha mattatori, la posta in palio è altissima e vincerà probabilmente chi avrà più polvere da sparare nelle partite decisive che vedranno le contendenti sfidarsi a viso aperto, l’una contro l’altra.
In questo tipo di partite sono attesi gli elementi di carattere, quelli che hanno le giuste esperienze maturate in tanti campionati su campi infuocati e quelli che hanno classe da vendere.
Sapranno recitare il ruolo di primo piano richiesto i vari Bucolo, Ricci, Faella, D’Angelo, Ferreira e De Feo? Speriamo di sì!
(foto Paganese calcio)
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