Le partite difficili ci sono sempre state e sempre ci saranno. Paganese-Terracina si è presentata subito come gara tosta per la squadra azzurro-stellata. Intendiamoci: nel calcio ogni gara viene interpretata secondo i canoni imposti dai rispettivi allenatori. Ci sono quelli che le partite se le giocano a viso aperto e che accettano le sfide a tutto campo, ma ci sono anche quelli che in trasferta si accontentano di non perdere, fanno uso di tutti mezzi leciti per uscire indenni da un campo ritenuto ostico e quindi rinforzano gli ormeggi difensivi puntando a non prenderle solo probabilmente per salvaguardare il loro obiettivo.
Questo è il calcio e nessuno può arrogarsi il diritto di contestare un pensiero tattico che contempla una difesa a tutto spiano. Il Terracina a Pagani ha giocato la sua partita e non si può dire che abbia stravolto il pensiero di chi pensa innanzitutto a non prenderle. La Paganese, invece, chiamata a una conferma degli ultimi risultati positivi, ha trovato proprio nella tattica difensiva imposta dagli avversari un ostacolo duro da superare. Probabilmente in un ipotetico incontro di boxe avrebbe meritato la vittoria, ma il calcio non è la boxe. Pazienza, nel corso di un lungo campionato bisogna contemplare anche qualche inevitabile battuta di arresto e qualche arbitraggio non proprio impeccabile come successo oggi in occasione della negazione di un calcio di rigore apparso ineccepibile per fallo su Mancino.
Ma la squadra, a onor del vero, ha dimostrato di essere pronta per arrivare a buoni traguardi.
Andiamo alle valutazioni dei singoli protagonisti.
Allenatore Raffaele Esposito – Ha presentato la stessa formazione di domenica scorsa, con Langella al posto dello squalificato Ianniello. Formazione per la verità equilibrata e geometrica che però ha incrociato una squadra attrezzata che ha presentato una difesa ferrea ben organizzata nell’arte di distruggere il gioco dell’avversaria di turno. Non sono bastate all’allenatore le mosse di Zugaro schierato sulla sinistra e di Montoro sulla destra per venire a capo del risultato che è rimasto fermo sullo zero a zero nonostante l’impegno dei soliti Faella, Mancino e Ferreira. Ma la squadra, a dire il vero, non può rimproverarsi di niente.
Spurio – Spettatore non pagante per tutta la partita. Sporca i guantoni sul finale del tempo regolamentare quando è chiamato al vero e unico tiro verso la sua porta. Lui si difende sulla sua destra e para.
Galizia – Non era una partita facile e lui si deve adattare alle varie situazioni tattiche cercando di dare una mano anche nella costruzione del gioco. Ma non è il suo forte e si vede.
Esposito – A volte sembra esagerare con la ricerca di un gioco impostato da dietro superando la cerniera dei centrocampisti. Ma bisogna capire le varie situazioni tattiche che non sempre collimano con gli umori degli spettatori.
Dicorato – La solita partita giudiziosa secondo righe di un canone semplice ma efficace. Il suo ruolo di difensore puro non è mai in discussione perché esegue alla lettera il dettato del suo allenatore. Si fa vivo anche in avanti quando le condizioni tattiche lo consentono. Esce sul finale di partita solo ed esclusivamente per motivi tattici
(dall’87’ De Feo G) – solo pochi minuti per lui
Langella – Comincia come esterno destro di difesa a supporto di Galizia ma dopo l’uscita per infortunio di De Angelis si sposta sul lato sinistro dello schieramento con compiti di rilancio sulla fascia che svolge con alterna fortuna.
Bucolo – È tra quelli che non si arrendono mai. Il gioco della squadra di sviluppa quasi sempre sull’asse Esposito-Bucolo ma spesso si impantana nelle ragnatele del gioco avversario che fa muro proprio in quella zona centrale del campo per proteggere meglio la propria difesa
De Feo F. – Comincia bene con il passo giusto del mediano vecchio stampo a protezione del gioco di centrocampo. Ma il reparto funziona a mezzo servizio perché gli avversari hanno pronti gli antidoti giusti in quella zona del campo. Esce nel secondo tempo esclusivamente per motivi tattici.
(dal 69’ Zugaro) – Porta vivacità e mestiere sulla fascia sinistra dello schieramento oltre a un pizzico di intraprendenza dal centrocampo in avanti. È un calciatore che meriterebbe più considerazione ma è chiaro che con la regola dei tre under da schierare, non è mai facile trovare posto in squadra.
De Angelis – Conferma le buone impressioni destate fino a questo momento. È preciso, disciplinato e ordinato dal punto di vista tattico. Peccato debba uscire per un brutto infortunio rimediato in una delle sue sortite in avanti sulla sinistra dello schieramento.
(dal 20’ Montoro) – Viene schierato per sostituire l’infortunato De Angelis e prende posto sullo schieramento a destra scambiandosi di posizione con Langella. Gioca a fasi alterne senza mai riuscire a incidere concretamente in avanti
Faella – Trova difficoltà e poco spazio per le sue proverbiali scorribande in avanti. Lo marcano almeno in due ogni qualvolta prende palla. Non è nemmeno fortunato quando nel secondo tempo, da posizione impossibile, tutto spostato a sinistra, tenta il tiro a rete che termina di un soffio a lato.
Mancino – Non è nella migliore giornata, ma il suo incedere da centrocampo in avanti, specie nel primo tempo, mette in difficoltà gli avversari. Nel finale, a tempo regolamentare scaduto, in piena area, viene contrastato duramente al limite del regolamento mentre tenta il tiro a rete. Per l’arbitro non è calcio di rigore. Con tante riserve nel merito della decisione.
Ferreira – Si sposta in continuazione su tutto il fronte offensivo alla ricerca di un varco per bucare la rete avversaria ma anche lui non è in giornata di grazia perché gli avversari agguerritissimi non gli danno modo di mettersi in luce in zona gol.
(dall’87’ Coratella) – Poco tempo in campo
[…] da dire sulle prestazioni dei singoli l’ho detto subito dopo la conclusione della partita con il solito “pagellone”. Non aggiungo […]