I tre punti nel calcio sono sempre benvenuti, non importa tanto se sono meritati, né se sono il frutto di una gara ineccepibile sotto il profilo tecnico-tattico o se invece sono solo il frutto del caso. Sono tre punti, e basta. Prendiamoli senza avere la puzza sotto il naso perché, come capita assai spesso nel calcio, i momenti buoni si alternano senza un perché logico con i momenti grigi e bui in cui sembra che ti debba andare tutto storto.
Contro il Monterotondo la Paganese ha giocato la sua onesta partita. Avrete probabilmente già letto il consueto pagellone di fine gara nel quale ho cercato di condensare l’essenza della partita andando sui particolari e sulle prestazioni dei singoli. A quanto già abbondantemente scritto a mente fredda, va aggiunto anche che la squadra nel complesso non ha demeritato. Certo non ha entusiasmato come una settimana fa a Cisterna di Latina, ma ha dato dimostrazione di reggere bene il confronto con gli avversari di turno e soprattutto di saper anche soffrire per mantenere il risultato.
Stiamo parlando, per quanto ovvio, ma anche a scanso di facili equivoci, di una Paganese che è stata allestita per ben figurare ma che è tutta da valutare se qualcuno dovesse mettersi in testa qualche malcelato sogno di grandezza.
Per intanto, la squadra dà dimostrazione di compattezza e di affidabilità in tutti i reparti. L’allenatore Esposito sta cercando di sistemarla nei ruoli che al momento sono ancora ballerini. E, guarda caso, contro il Monterotondo ha estratto dal cilindro la carta Zugaro, proprio l’elemento che è risultato determinante ai fini del risultato finale, autore di un gol splendido su calcio di punizione battuto con un sinistro magico dal limite destro dell’area. E voi pensate che il tiro in questione sia solo il frutto del caso? Credo proprio di no, giacchè si è capito nel corso della gara che questo Zugaro ha nelle corde proprio la battuta sui calci di punizione che, se ci fate caso, sono stati equamente divisi tra lui e Bucolo.
L’impressione personale è che l’allenatore Esposito abbia trovato in Zugaro l’elemento adatto a cui affidare la fascia destra (ma anche la sinistra) del suo schieramento difensivo; il che non significa minimamente che non ci sia più spazio per Boccia, Langella e per Di Masi che nel ruolo di destra si sono alternati fino a questo momento.
A quanto già detto in precedenza, vorrei solo aggiungere che il lavoro di Raffaele Esposito sta dando i suoi frutti perchè è il concetto di squadra che sta prendendo forma. Poco importa che al momento ci sia ancora qualche elemento non proprio al massimo della forma. Le certezze arrivano da un portiere, Spurio, che garantisce mestiere e affidabilità a tutta la difesa e da calciatori come Bucolo e Faella che sono già in forma campionato e che riescono a trascinare la squadra nel momento in cui c’è bisogno della loro personalità.
Intanto è in arrivo la trasferta a Cassino, proprio sul terreno di quella che al momento è considerata la favorita numero uno per la vittoria del campionato. Sarà il momento della verità per la squadra azzurro-stellata. E probabilmente riusciremo a sciogliere l’antico dubbio espresso dal doganiere a Massimo Troisi e a Roberto Benigni nel film Non ci resta che piangere: Chi siete, dove andate, e da dove venite?
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