Allenamento cosiddetto congiunto, come suggerisce la moda letteraria del momento, ma amichevole vera; che più amichevole non si può, tra Paganese e Savoia al cospetto di un pubblico numeroso e rumoroso di entrambe le parti, equamente diviso tra settore “tribuna” e settore “distinti”.
Pomeriggio afoso di chiara marca ferragostano. Intrigante però – nonostante una calura insopportabile – il richiamo di due formazioni che hanno fatto la storia del calcio campano e che hanno rapporti cordiali di buon vicinato, cosa non semplice nel mondo del calcio. Talmente buoni e amichevoli i rapporti tra le due società che quando la Paganese segna con Esposito nella parte finale del primo tempo, complice un tocco maldestro dell’arbitro, immediatamente si ripara il torto subìto dando via libera a Negro di realizzare il gol che ristabilisce la parità.
Ma voi, ovviamente, e mi riferisco soprattutto a quelli che oggi non sono stati allo stadio, volete sapere qualcosa sulla nuova Paganese targata Raffaele Esposito.
Le impressioni
Autentici maestri di calcio mi hanno sempre detto che una buona squadra deve fondare le sue poche certezze – che comunque non sono vangelo – su alcuni ruoli chiave. La chiamavano in gergo “spina dorsale” e doveva contemplare almeno quattro elementi di esperienza collaudata: un portiere, un centrale difensivo, un cervello pensante (e agente) e un attaccante di mestiere. Non so se la Paganese abbia tutti i numeri per ben figurare in un campionato che si preannuncia pieno di aspiranti alla promozione diretta.
La squadra, a dire il vero, sembra avere già una sua fisionomia di ordine tattico; si presenta ordinata e armonica in tutti i reparti e recita bene lo spartito disegnato a tavolino dal suo allenatore. In particolare, la sua “spina dorsale” è costituita da un portiere, Spurio, che sembra sicuro del fatto suo e si fa sentire dai compagni di reparto; da un centrocampista pensante, Bucolo, che distribuisce pillole di buon calcio ai compagni di reparto; e da giovani che hanno potenzialmente buoni numeri ma che dovranno confermare sul campo le buone impressioni del momento. Non trovo nel tabellino un centrale difensivo di sicuro affidamento, e non trovo nemmeno un attaccante dalla segnatura facile. Il che non significa che l’attuale squadra non sia in linea con le aspirazioni della nuova società, sia ben chiaro. Solo che probabilmente, per certi altri traguardi, ci sarebbe bisogno di un altro paio di elementi in grado di elevare il tasso tecnico e di mestiere complessivo.
Ovviamente, c’è anche da considerare – in una valutazione complessiva – che in questa fase c’è chi ha già “rotto il fiato”, dopo una dura preparazione, e chi, invece, è ancora alla ricerca della forma migliore; infatti le macchine (gli atleti) non hanno tutte la stessa conformazione muscolare e i motori non sempre sono pronti e scattanti. Alcuni di essi hanno caratteristiche di motori diesel e hanno bisogno di carburare diversamente. Tra i più pronti, tra gli “over” mi fa piacere segnalare la prestazione di Faella, una bella sorpresa, che – quello che si è visto – interpreta bene il ruolo di raccordo tra centrocampo e attacco.
Il risultato di una partita di agosto conta poco. Guardiamo oltre.
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