Questa volta è andata bene con la diretta televisiva, organizzata dalla società materana; altra organizzazione, addirittura un canale TV dedicato, roba da professionisti.
Meno bene, invece, sono andate le cose dal punto di vista sportivo per la Paganese, punita quando – visto l’andamento della partita – tutto lasciava prevedere che si sarebbe andati avanti con la spartizione dei punti.
Della partita avrete già avuto modo di leggere il consueto pagellone di Paolo Saturno che ha sviscerato il comportamento dei singoli. Ebbene c’è da ribadire che, dopo un inizio così così, nel primo tempo si è rivista la Paganese che tanto bene si sta comportando in questo campionato. Mancavano pedine importanti nell’inquadratura azzurro-stellata, punti forza della squadra, con riferimento soprattutto alla mancanza di Langella autentico faro del centrocampo, unanimemente riconosciuto come uomo carismatico e di grande spessore tecnico-tattico. Ma Agovino aveva mischiato bene le sue carte, presentando una formazione molto omogenea, in grado di mettere in atto il suo gioco avvolgente, fatto di interscambi tra i reparti, di sovrapposizioni sulle due fasce, presidiate a destra da Setola e a sinistra da Faiello, e da un corridoio centrale nel quale si inserivano a turno, come in un meccanismo di precisione, non solo gli ispirati Mancino, Porzio e Iannone ma anche il possente Galeotafiore sempre pronto a dare il suo contributo offensivo alla manovra.
Le cose migliori della Paganese si sono viste a partire dai primi dieci minuti di gioco del primo tempo. In questa fase, la squadra è sembrata padrona del centrocampo con un gioco intrigante e lineare che ha annichilito gli avversari che vedevano sbucare azzurro-stellati da tutte le parti. Non è un caso che le cose migliori la Paganese le abbia espresso quando Faiello – affrancandosi dalla marcatura di Tumminelli – ha partecipato con tutta la sua generosa esplosività alla manovra della squadra. Proprio da Faiello, spostato temporaneamente a sinistra, sono partite le azioni che hanno portato la Paganese ad un passo dalla meritata segnatura. Non è un caso, infatti, che il portiere materano Tartaro abbia dovuto sfoderare il meglio del suo repertorio su due conclusioni ravvicinate prima di Porzio e poi di Mancino. La seconda, su tiro al volo di sinistro meritevole di migliori fortune e sul quale il portiere si è superato.
In questa fase di dominio pressoché costante, non una sola volta il pallone ha ripreso una specie di strana danza propiziatoria proprio davanti alla linea di porta, senza che nessuno degli azzurrostellati avesse la forza di accompagnare il pallone in rete. Il gol: essenza del calcio. Non basta dominare o dare l’impressione di avere in pugno una partita; per vincere servono i gol. Ed il gol, che poi, in definitiva, ha deciso le sorti di uno strano incontro, è stato messo a segno nella ripresa da Mokulu, manco a farlo apposta dall’attaccante che meno si era fatto vedere durante tutti i novanta e più minuti di gioco.
Il risultato finale lascia perplessi per come è scaturito. Ci sono stati un paio di episodi discutibili in area di rigore materana che l’arbitro ha ritenuto ininfluenti. Ci sono state le inutili proteste in merito da parte dell’allenatore Agovino che ha elevato i suoi lai all’indirizzo del direttore di gara.
Resta il fatto che la squadra a Matera ha perso dopo aver infilato un buona serie di risultati positivi. Da dimenticare però, certamente la disputa del secondo tempo durante il quale la squadra si è sfilacciata e ha perso le sue peculiari caratteristiche di compattezza che le sono congeniali. Dirò semplicemente che la squadra non è stata più “squadra” dal punto di vista etimologico. Dalla panchina probabilmente Agovino ha ricevuto più dubbi che certezze perché la squadra – dopo le numerose sostituzioni effettuate – non ha saputo reagire allo svantaggio del momento. Però, per favore, niente drammi. L’allenatore ha dimostrato che sa dove mettere le mani per ritornare subito a galla. È auspicabile che sia così!
(Foto Sandro Veglia)
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