Partite come quella di ieri tra Paganese e Angri fanno fare pace con il calcio. Per quanto ovvio, fanno fare pace con il calcio soprattutto alla parte vincente che ritrova tutto in una volta non solo la squadra che ha fatto sbizzarrire la propria fantasia dopo le prime giornate di campionato, ma anche la squadra che – finalmente, cosa assai rara, per la verità – riesce a coniugare l’espressione “giocare bene” con il verbo “vincere”.
Gran bella gara al “Marcello Torre” che in un certo qual senso vi ho già descritto analiticamente con il consueto pagellone di fine gara. Dal comportamento dei singoli si arriva alla prestazione complessiva che è stata ottima sotto tutti i punti di vista. Aggiungo, doverosamente, che la gara è stata caratterizzata da una preponderante azione offensiva della Paganese che, fin dal primo minuto, ha inteso mettere subito le cose in chiaro quasi a dire: “non vi mettete niente in testa, oggi non c’è proprio trippa per gatti”.
Guardate, una Paganese così determinata e sicura di sé si è vista solo nelle prime giornate di campionato, soprattutto nella prima gara interna con il Barletta e subito dopo con il Matera. Il calcio è materia di difficile interpretazione. Infatti, molto probabilmente stiamo un po’ tutti a interrogarci su cosa possa essere successo in una trentina di giorni più o meno; perché si può passare da una partita scialba e insulsa come quella disputata a Palma Campania e in casa contro il Casarano, a un’altra come quella giocata prima contro la capolista Altamura e poi contro l’Angri. Ma i calciatori sono sempre gli stessi, o no?
Sappiamo bene che nel calcio i risultati numerici sono una cosa e le prestazioni sono un’altra. Si può perdere, come spesso accade, giocando anche bene; ma le prestazioni non dovrebbero mai scadere oltre un certo limite; ci possono essere giornate felici e giornate storte. Però non si può essere campioni una volta e brocchi un’altra. Io credo che su quest’ordine di idee stia lavorando l’allenatore Agovino, che negli ultimi tempi ama parlare poco con la stampa.
L’impressione generale è che il suo lavoro stia portando buoni frutti soprattutto nei momenti di necessità. Le novità in assoluto arrivano dall’impiego più assiduo di Setola, che risponde presente a ogni tipo di sollecitazione tattica, da Iannone che si avvia a diventare una vera punta di diamante e dal giovane Porzio, vera sorpresa nel ruolo di attaccante centrale. Poi ci sono le conferme, ma di loro ho detto parecchio nel pagellone e non c’è bisogno di ripetermi. E ci sono anche gli arrivi dell’ultim’ora di Coratello e di Donarumma.
Insomma, l’idea della squadra c’è tutta, diciamocelo chiaramente. I reparti sono in un certo qual modo ben formati e il tecnico può anche seguire il suo credo calcistico perché mi pare di capire che tutti i calciatori pendano dalle sue labbra.
Concludo il consueto appuntamento settimanale con una frase di tipo commerciale che credo si addica all’attuale situazione della squadra. Avete mai sentito l’espressione “buon rapporto qualità-prezzo”? È un tema che poggia le sue convinzioni sul fatto di poter avere un buon prodotto a un costo commercialmente abbordabile. Ecco, i componenti della società e i componenti tecnici a tutti i livelli, cui va sempre riconosciuta passione, lungimiranza e partecipazione, credo che abbiano saputo ben operare in un difficile contesto creatosi dopo la disfatta dello scorso anno. L’equazione è salva: questa Paganese è proprio viva e vegeta. E deve dimostrarlo sabato prossimo a Santa Maria di Castellabate.
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