La Paganese cammina con passo fermo e autorevole sulla strada maestra della salvezza.
Si, è vero, pareggia in casa. Ma non è affatto una tragedia. Può capitare, senza che ci siano sirene di allarme pronte a suonare, quando si è coscienti delle proprie possibilità e dei traguardi da raggiungere.
Contro la squadra lucana del Rotonda, gli azzurro-stellati sono autori di un crescendo rossiniano. Partono lenti, imballati nell’incedere in fase di costruzione del gioco, imbacuccati come sono da una coltre di asfissianti marcature a uomo; si dibattono per buoni quarantacinque minuti per sganciarle queste benedette marcature ma non ci riescono; e la squadra deve aspettare il secondo tempo per esplodere in tutta la sua potenzialità.
Bella la Paganese del secondo tempo; bella, intrigante e sbarazzina come nelle giornate migliori. Come è strano il calcio. Esce Faiello, uno degli elementi di spicco della squadra, beniamino del pubblico, marcato a vista per tutto il tempo almeno da due avversari, e la squadra ha come un sussulto di orgoglio, quasi a dire “mo’ vi faccio vedere io!”. Segna il gol del pareggio con Coquin e sfiora più volte la rete della vittoria. Peccato per il rigore fallito in malo modo da Orefice, uno che difficilmente stecca dagli undici metri.
È il calcio, facciamocene una ragione, senza tirare in gioco fortuna e sfortuna.
A questo punto, dopo sette gare disputate senza sconfitte, credo sia giusto, per onorare una squadra che in campo si fa rispettare, fare quello che in napoletano si chiama “paraustiello”. Scusate, ma tutti noi, quando era in discussione addirittura la partecipazione al campionato, avremmo scommesso qualcosa sulla bontà di una compagine costruita in quattro e quattr’otto con un portafoglio niente affatto generoso?
Allora, in quel tempo, con le premesse di un campionato da affrontare con tanti giovani calciatori, tutti, addetti ai lavori, giornalisti, tifosi, ci siamo fatti un esame di coscienza e ci siamo detti, forse anche dandoci un pizzico sulla pancia: ben venga una squadra giovane affidata a un allenatore emergente che guarda al calcio con una sua idea di gioco. Pensiamo a salvare per prima cosa la categoria e poi, una volta sistemato il sospeso con l’erario (la famosa spada di Damocle che non ci dà pace), pensiamo pure più in grande. È così, o no? Credo proprio di sì.
Sono poi arrivate le prime soddisfazioni, il passaggio del turno di Coppa Italia con la squadra di Castellabate e con il San Marzano, la vittoria in casa con il Barletta, la vittoria esterna con il Bitonto. Poco, assai, non si sa. Sappiamo solo che la squadra ben guidata da Massimo Agovino sta mantenendo fede alle premesse iniziali che erano condensate in una salvezza tranquilla. Altri traguardi? Non lo possiamo sapere anche se il cuore è sempre aperto alla speranza. Sarà il tempo a dirci dove si potrà arrivare.
Per intanto c’è la complessiva buona esibizione con il Rotonda, squadra rognosa e di categoria. Delle prestazioni singole vi ho già detto tutte con il solito pagellone post-partita.
Qualcosa mi va di aggiungerlo in tema tattico. Premesso che Agovino deve fare delle scelte dolorose e che più d’uno della rosa meriterebbe di giocare con maggiore assiduità, bisogna anche dire che l’esperimento della coppia Coquin-Faiello non è stato per niente un flop. L’allenatore avrà avuto modo di notare, o noterà dopo aver rivisto la partita (perchè sono certo che lo fa dopo ogni partita) che Faiello difficilmente potrà espletare i compiti che sono di un attaccante puro. Il suo preziosissimo apporto è però imprescindibile sulla fascia quando parte da dietro, anche con inserimenti nella trequarti campo. Come fare per far coesistere due elementi di grande classe e temperamento come Faiello e Coquin dovendo fare i conti con l’obbligatorio schieramento di quattro under? Bel dilemma. Intanto va detto che, senza nulla togliere a Mancino, elemento prezioso anche dal punto di vista tattico, anche Iannone bussa con insistenza per trovare un posto in prima squadra fin dall’inizio.
Insomma piacevoli problemi di abbondanza per Agovino che si troverà a giocare tre partite in una settimana. Sabato prossimo, infatti, è prevista la trasferta di Agropoli, campo di gioco del Gelbison; tre giorni dopo, il primo di novembre gara casalinga con l’Andria; 5 novembre trasferta a Palma Campania.
Tre gare per capire qualcosa in più. Forse non tutto, ma parecchio sì.
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