Tre punti rappresentano un vero e proprio toccasana per una squadra che viene da due sconfitte di fila. La Paganese contro il Portici doveva dimostrare, soprattutto a se stessa, di essere in grado di sostenere il ruolo di prima della classe e lo ha fatto senza clamori, senza strepiti, senza suonare la grancassa in virtù di una onesta prestazione caratterizzata da un buon controllo della partita.
La squadra c’è (questa è la risposta che la città si attendeva) e gioca un buon calcio. Non era una schiacciasassi all’indomani delle nove vittorie consecutive, così come non era in crisi dopo le due sconfitte consecutive rimediate con l’Atletico Uri e la Palmese.
La Paganese è una squadra più che buona; ha tutte le qualità per poter vincere il campionato, ma non ha il crisma dell’invincibilità. I periodi neri e quelli grigi non sono infrequenti in un campionato molto lungo e dispendioso; importante è riuscire a superarli senza grossi danni e mi pare di poter dire che la squadra di Giampà proprio contro il Portici ha dato dimostrazione di ritrovata vitalità.
Adesso quando mancano dieci partite alla fine, ritroviamo Paganese e Sorrento appaiate al vertice della classifica con sette punti di vantaggio sulla coppia Casertana-Palmese. Sono pochi, sono molti; lo sapremo nelle prossime gare che si presentano con l’etichetta di vere e proprie finali.
Intanto accogliamo la buona prestazione complessiva della squadra corroborata da una bella doppietta di De Felice e da un autentico eurogol a volo di sinistro di Maggio che ha nobilitato la sua prestazione.
Ottimo inizio di gara da parte degli azzurro stellati. Dopo un minuto la squadra è già in vantaggio con De Felice, spietato quando sente l’odore del gol. La gara sembra facile facile. Ci sono tutte le premesse per fare bene: c’è il vantaggio, c’è di fronte una squadra ancora stordita per il gol incassato a freddo. Ma il Portici non intende affatto recitare la parte dell’agnello sacrificale e minuto dopo minuto sale di giri tanto da riuscire a prendere il sopravvento nella zona centrale del campo.
In campo aleggiano sinistri presagi quando gli ospiti vanno a un passo dalla segnatura colpendo il palo alla destra del portiere Moro. Intendiamoci, c’è lo spettro delle due ultime sconfitte che fa paura soprattutto perchè gli ospiti mostrano una padronanza di campo che non promette niente di buono per la Paganese. Gli avversari sono in grande spolvero, hanno un’ottima organizzazione di gioco, hanno buonissime individualità e arrivano prima sulle seconde palle, quelle che misurano il grado di efficienza non solo atletico ma anche psicologico delle squadre in campo.
Nella ripresa Giampà intuisce di dover cambiare qualcosa. Lo fa senza mortificare nessuno, con grande savoir faire e bravura. Vengono rimodulati i compiti dei due esterni che nella prima parte della gara non erano riusciti a supportare l’azione dei centrocampisti Sicurella e Del Gesso, quasi sempre in inferiorità numerica nella zona centrale del campo. Entra in gioco Cusumano e la squadra ha un sussulto grazie anche a una partecipazione meno estemporanea di Faiello che prende a giocare come sa, senza strafare.
In campo adesso c’è la Paganese delle nove vittorie consecutive; gagliarda, tosta, convinta della sua forza. La difesa chiude tutti gli spazi agli avversari stremati da un primo tempo giocato al massimo; a centrocampo Sicurella riesce ad esprimersi con autorevolezza e in avanti De Felice e Maggio sentono vicino le invenzioni di D’Agostino che migliora di momento in momento.
Arrivano di conseguenza anche il secondo gol di De Felice e l’eurogol di Maggio che da solo varrebbe il prezzo di un biglietto mai pagato a causa della chiusura dello stadio al pubblico.
Ecco, questa è la Paganese di oggi: tosta, concreta, efficiente, anche spietata. E tutto lascia prevedere che lo sarà anche in futuro. Amen!
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