Ha resistito bene la Paganese agli attacchi dell’Avellino per oltre trequarti della gara; davvero pochi i pericoli per la porta difesa da Baiocco, Poi, siamo al trentatreesimo minuto del secondo tempo, in un’azione martellante ma confusa dei padroni di casa è bastato un peccato di gioventù per far crollare tutte le speranze e le illusioni di poterla fare franca contro un’avversaria che mira decisamente a conservare la seconda posizione in classifica. Un pallone aereo, vagante lateralmente, quasi sulla linea di fondo, a pochi metri dalla porta, poteva essere spedito in angolo di testa ma un maldestro tentativo di rinvio da parte di Cigagna – peraltro fra i migliori in campo – ha incocciato una gamba di un avversario e l’arbitro, inflessibile, vicino all’azione, ha decretato il calcio di rigore.
Si dirà: è stato solo un episodio sfortunato. Certo, ma tutte le partite sono formate da episodi, così come un libro è formato da capitoli; inutile ricorrere sempre a stereotipi che non dicono nulla. Si è trattato di un errore, nulla più; e gli errori si pagano soprattutto quando si commettono in una partita che ha come unico obiettivo un risultato di parità. Una squadra come la Paganese, che si trova a dover fronteggiare in trasferta una delle squadre meglio attrezzate del girone, è anche normale che punti per prima cosa a non prenderle; è una delle regole principali non scritte del calcio. Ma tutto deve avere un limite, giacché è impensabile che si possa resistere in eterno contro un’avversaria ben dotata sotto tutti i punti di vista e che ha buone frecce al suo arco. Esistono le cosiddette ripartenze, quelle che una volta la letteratura sportiva chiamava contropiede e che possono fare male quando si riesce a trovare spazi in avanti con difesa avversaria sbilanciata. Ma c’è qualcuno che contro gli irpini le ha viste queste ripartenze?
Due le assenze importanti per la Paganese, quelle di Sirignano e Sbampato. Assenze importanti non tanto per la qualità dei singoli, quanto per il fatto che mancando due pedine di rilievo, peraltro senza avere sostituti naturali, l’allenatore Di Napoli si è trovato a fare una scelta di campo: schierare una difesa a quattro o adattare un elemento da affiancare a Schiavino e Cigagna? Ha prevalso la seconda ipotesi e Di Napoli ha schierato Onescu nell’insolita posizione di centrale di destra; una scelta che ha gratificato la fase difensiva della squadra ma che allo stesso tempo ha tolto spinta alla fase di rilancio degli azzurro stellati. In avanti Diop e Guadagni sono stati serviti poco e male e sono stati abbandonati al loro destino senza essere mai stati chiamati al dialogo da centrocampisti impegnati più a difendere che a costruire. E non va bene.
Pochissime le azioni da rete delle squadre. L’Avellino si è fatta vedere pericolosamente in avanti solo nella seconda parte della gara con l’ingresso in contemporanea del duo Maniero-Fella. Baiocco però ha fatto dormire sonni tranquilli alla sua squadra fino al momento del calcio di rigore che ha in definitiva deciso la partita. Sull’uno a zero sono saltati tutti i meccanismi difensivi, prima con l’espulsione diretta di Volpicelli e poi con la seconda segnatura di Aloi con una rasoiata a fil di palo.
Adesso la posizione di classifica della Paganese si fa davvero critica. Le avversarie non camminano, corrono. Basti pensare al Potenza che ha espugnato il campo di Bari e si è tirato momentaneamente fuori dalle sabbie mobili.
Domenica il calendario prevede finalmente un turno normale di campionato. La Paganese – che finalmente può tirare il fiato dopo tanti impegni infrasettimanali – sarà chiamata a un altro difficile incontro al “Marcello Torre” contro il Palermo. Di Napoli recupererà sicuramente Sirignano e Zanini, appiedati contro l’Avellino per squalifica. Una vittoria potrebbe rilanciare le ambizioni di salvezza diretta della squadra.
Ma oramai con questa Paganese parliamo sempre al condizionale…
Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud. Edizione Salerno, 8 marzo 2021)
Le regole non scritte del calcio
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