Di male in peggio per la Paganese. Contro il Foggia bastano quattro minuti per capire che anche stavolta c’è poco da fare. Basta un innocuo rilancio da centrocampo dei rossoneri foggiani per mettere in crisi l’apparato difensivo della squadra di casa. Mattia, nell’insolito ruolo di terzino sinistro sbaglia i tempi di intervento e concede il via libera a uno scatenato D’Andrea che da pochi passi fa secco l’incolpevole Campani. La Paganese è frastornata; vorrebbe reagire ma non sa fare di meglio che appoggiare la sua manovra, come al solito, sull’indomabile Scarpa. Il centrocampo è in difficoltà, ma non è una novità, nonostante il rientro in formazione di Onescu. Ci provano Gaeta e Carotenuto a dare brio alla manovra ma tutto appare improvvisato e i collegamenti con Diop e Mendicino in avanti sono problematici.
Il Foggia non fa niente di trascendentale ma ogni volta che affonda i suoi colpi mette in difficoltà la raffazzonata difesa azzurro stellata che sconta più del dovuto le assenze in contemporanea di Sirignano, Sbampato e Cigagna. Così al 27’ è ancora D’Andrea, in serata di grazia, che va in gol. Niente da fare per Campani. Bisogna aspettare gli ultimi minuti della prima frazione per vedere un gol da parte della Paganese. Ne è autore il difensore Schiavino con un sinistro al fulmicotone degno di un centravanti di ruolo. Il gol segnato autorizza a sperare in un cambiamento di rotta. La Paganese sembra finalmente rinfrancata e allo scadere un tiro cross di Scarpa dalla sinistra mette in serie difficoltà il portiere Fumagalli costretto a sventare la minaccia in calcio d’angolo. Ma è solo una pia illusione.
Nella ripresa bastano solo cinque minuti al Foggia per ristabilire le distanze. Segna Curci da pochi passi dopo un’azione corale degli attaccanti pugliesi che mette in ambasce la poco attenta difesa locale. L’azione parte dallo scatenato D’Andrea sulla sinistra che salta due uomini come birilli. Sul cross è Curci più lesto di tutti che – dopo una prima respinta di Campani – si gira e di sinistro realizza da pochi passi.
Signori, la crisi è servita (e non è un pranzo!). Con la seconda sconfitta consecutiva in casa arriva un malessere indefinito in casa Paganese. In discussione oramai sono tutti, anche se – come sempre accade nel calcio – è soprattutto l’allenatore Erra sul banco degli accusati.
Processi sommari non ne facciamo; considerazioni sì.
E’ indubbio che la squadra negli ultimi tempi ha perduto anche quello smalto illusorio che aveva portato alle uniche due vittorie di questo campionato, conseguite a Viterbo e a Torre del Greco. Gli equilibri tattici sono saltati da un pezzo e non si riesce a capire cosa possa averli determinati. Non può essere solo colpa delle assenze patite negli ultimi tempi. La difesa ha subìto variazioni continue per infortuni e squalifiche; non è più salda come nei periodi migliori. Il solo Schiavino resta imperterrito sulla tolda di comando e trova anche il tempo di farsi vedere in avanti e di segnare I gol della speranza.
Il centrocampo, invece, è il reparto che ha avuto problemi fin dalla prima giornata. Qualcuno aveva creduto, in fase di allestimento della squadra, di poter bypassare il ruolo delicato e indispensabile di regìa affidandosi solo all’energia dinamica di giovani che devono crescere e maturare le loro esperienze. Su questa decisione pesa come un macigno un’eventuale beneplacito da parte dell’allenatore Erra. Non scopriamo niente se diciamo che i giovani possono crescere solo se hanno una guida in campo; se possono essere guidati autorevolmente nei momenti difficili di una partita da un elemento carismatico. Nel calcio, la buona volontà (che c’è sempre stata) non basta.
Adesso, con la sosta di campionato che giunge come il cacio sui maccheroni, è il momento delle scelte. La pausa dovrà servire a trovare le soluzioni più convenienti per evitare che la squadra precipiti nei baratri della classifica.
La parola finale spetta alla società; e non sarà facile.
Nino Ruggiero
(da Il Quotidiano del Sud, edizione di Salerno, del 24.12.2020)
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