Novembre, acqua a catinelle, ovunque. Si esce da casa solo per necessità, forniti di impermeabili e di ombrelli che rischiano di essere rovesciati da fastidiosissime folate di maestrale.
Bisceglie- Paganese, gara di calcio. Domenica pomeriggio, tempo infame; vento e pioggia la fanno da padrone.
Sul campo va in onda una storia infinita; il terreno di gioco diventa subito una vera e propria palude, fango ovunque e pallone che bisticcia con piedi educati per altro tipo di competizione.
Lo stadio “Gustavo Ventura” di Bisceglie è un vero e proprio pantano. Dopo nemmeno mezz’ora di gioco, i calciatori sono irriconoscibili; le maglie bianche della Paganese assumono presto il colore grigio del fango.
Di gioco manco a parlarne. E’ una bestemmia parlare di azioni personali. Il pallone si ferma nelle pozzanghere. Lanci lunghi e pedalare diventa il credo di un’assurda partita di calcio. Quattro generosi rigori concessi dall’arbitro caratterizzano la gara. Partita maschia sul piano puramente agonistico, ma priva di emozioni se di escludono i rigori.
Due a due il risultato finale.
La Paganese le tenta tutte fino all’ultimo minuto per arrivare al successo pieno; mantiene alto il ritmo della gara e i suoi calciatori si adattano meglio degli avversari al clima della stessa. Ma non è facile su un campo ridotto a una risaia produrre azioni di gioco per cui la gran parte della pericolosità offensiva azzurro stellata si sviluppa soprattutto sui calci da fermo che però non producono risultati determinanti.
Con tali premesse non è giusto parlare a priori di mosse tattiche, di moduli, di schieramenti. Determinati commenti lasciamoli alle prossime esibizioni perché quella di Bisceglie è stata solo una specie di gara somigliante più alla pallanuoto che a una partita di calcio.
Da Bisceglie, dunque, arriva solo un punto e non si può dire che si tratti di un contentino perché ad onor del vero, con tutti i problemi legati alle disastrose condizioni meteorologiche, si deve riconoscere che la squadra ha disputato una gara gagliarda sotto il profilo dell’impegno e della determinazione.
Certo, una vittoria avrebbe rilanciato la squadra verso posizioni più tranquille, in linea con quello che era stato il comportamento all’inizio del campionato. Ma bisogna convenire che, se non altro, pare essere ritornato lo spirito collettivo delle migliori gare disputate dalla squadra azzurro stellata fino a questo momento.
Adesso si tratterà di confermare che il momento critico è passato, così come si spera che sia passato lo stillicidio degli infortuni che hanno falcidiato la squadra nei suoi elementi di maggiore caratura tecnica e caratteriale.
La classifica al momento non è particolarmente felice per i ragazzi di Erra che si trovano in piena bagarre, condizione peraltro messa in preventivo alla vigilia, ma ci sono tutti i presupposti perché la squadra possa uscirne al più presto specie adesso che Diop ha ripreso a giocare e a segnare; bisognerà solo attendere che Dramè ritorni a dare il proprio contributo di classe ed esperienza. La precaria condizione fisica di Calil invece continua a preoccupare ed in proposito è chiaro che la società farà le sue valutazioni nel cosiddetto mercato di riparazione. Un concetto, già espresso in altre occasioni, va comunque ribadito: la squadra resta incompleta nella sua intelaiatura e avrebbe bisogno almeno di un paio di elementi di buona caratura, temprati per questa categoria.
Intanto all’orizzonte ci sono tre gare di fuoco: domenica prossimo la Casertana in trasferta e poi in successione Catanzaro e Catania al “Marcello Torre”.
Scusate se è poco!
Nino Ruggiero
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