Le assenze, nel caso di una società di calcio che non può fare il passo più lungo della gamba, pesano. E come se pesano!
All’appello contro la Vibonese in una serata infrasettimanale semiestiva mancano ancora una volta i difensori di fascia sinistra Dramé e Perri; in avanti manca Diop. Tre assenze importanti, assenze di uomini ritenuti indispensabili nell’economia di una squadra costruita con criteri necessariamente parsimoniosi.
Ruolo delicato quello di un allenatore che deve conciliare le esigenze della società, cui è legato da vincoli contrattuali, con quelle della piazza che vorrebbe vedere all’opera sempre una squadra all’altezza della situazione.
Quando ti mancano pedine ritenute indispensabili, devi trovare una soluzione, quella più indolore possibile per schierare una squadra competitiva. In questa ottica, Erra deve riformare la difesa; infatti sa che dovrà fare i conti con una squadra particolarmente agguerrita che appena tre giorni prima ha rifilato cinque gol al Catania. Cinque gol a una pretendente diretta alla promozione, non so se mi spiego…
Gira e rigira, dopo aver rivisto, evidentemente, la gara precedente con il Teramo, Erra opta per lo schieramento di una difesa a quattro in linea.
Carotenuto e Schiavino vanno a fare i terzini; ma sono chiaramente fuori ruolo. La Vibonese non perdona e affonda i suoi colpi in avanti come un coltello caldo nel burro. Carotenuto a sinistra sembra un pesce fuor d’acqua; Schiavino, centrale più che collaudato, sulla destra, da terzino puro, non ha il passo per contrastare efficacemente i vari folletti indiavolati della Vibonese che vanno a spasso indisturbati nella sua zona.
Erra, da tecnico navigato, intuisce che l’esperimento non regge e torna alla difesa schierata a tre, restituendo a Carotenuto la sua fascia d’azione che è a destra dello schieramento difensivo, con la protezione di Schiavino schierato sul centro destra. Sul centrosinistra si sposta Panariello, con Gaeta a ridosso. I miglioramenti sono tangibili.
Nel frattempo la Vibonese ha già usufruito di un calcio di rigore parato da Baiocco ed è già passata in vantaggio grazie a una prodezza di Emmausso.
Ci mette del tempo, però, ed è oramai una consuetudine, la Paganese a ritrovare la sua identità. Lo fa grazie al senso geometrico di Capece che è l’uomo di maggiore peso specifico nella zona centrale di centrocampo, ma lo fa anche grazie all’inesauribile Scarpa che agisce sulla tre quarti campo, un occhio alla fase difensiva e un altro alle azioni di attacco da proporre e finalizzare; una vera spina costante nella difesa avversaria, esempio di fulgido attaccamento ai colori sociali.
Nella seconda parte della gara si vede la vera Paganese, quella che avvince e trascina; la squadra che trasuda agonismo da tutti i pori. Prima pareggio e poi vantaggio. Segnano due difensori Panariello e Schiavino, ma è come se segnasse tutta la squadra tanto chiara appare la partecipazione di tutti per arrivare alla vittoria.
Il finale è amaro; così come è stato amaro, in precedenza, quello con la Sicula Leonzio e con il Francavilla; rigori forse ineccepibili, forse no, specialmente quello subito contro la Vibonese. Ma così va il calcio, facciamocene una ragione.
On e off, aperto e chiuso. Come un tasto da premere, in estrema sintesi, appare il rendimento della Paganese in questo campionato. Off, chiuso, per la prima parte della gara; on, aperto, nel prosieguo della stessa fino a pochi minuti dal termine. Non si è capito ancora, nel caso che ci occupa, chi debba azionarlo questo benedetto tasto; se l’allenatore o la testa dei calciatori.
Una specie di refrain, un motivetto, viene intonato in ogni gara che vede impegnati gli atleti in maglia azzurro stellata. Un primo tempo regalato agli avversari che sembrano schizzare via da tutte le parti; un secondo tempo vigoroso e di sostanza, quasi sempre con gli stessi uomini.
Questione di testa? Probabile che sia così. Non certo di gambe, perché se così fosse dovrebbe essere il contrario, cioè dovremmo avere un gran primo tempo con una ripresa in calando.
Sul fattore psicologico dovrà operare a fondo Alessandro Erra in vista della trasferta di domenica in terra lucana.
Si giocherà al “Viviani” di Potenza e sicuramente non mancherà la folta schiera di appassionati che seguiranno la stella con il calore e la passione che li contraddistingue. Prosit!
Nino Ruggiero
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