Devo dire, da meridionale superstizioso, che la nuova maglia con lo sponsor Jomi sul petto porta proprio bene.
Tre punti presi in trasferta – per giunta contro una squadra considerata avversaria diretta per la salvezza – rappresentano un bottino pesante ai fini della classifica.
Debutta quindi con una beneaugurante vittoria anche la collaborazione più volte auspicata con l’importante marchio alimentare di proprietà di Mimmo Campitiello, già presidente della società alla fine degli anni Novanta.
Da Rieti, dunque, sono arrivati tre punti pesantissimi che nobilitano la classifica e poco importa – per essere pratici – se la prestazione della squadra non è stata proprio entusiasmante.
Nel calcio non sempre si riesce a coniugare il risultato positivo con il bel gioco, si sa; ma a Rieti bisogna riconoscere che gli azzurro stellati hanno avuto un buon rendimento complessivo per oltre tre quarti della gara. Nel periodo buono sono stati messi a segno due gol, segno che la squadra riesce a sfruttare le occasioni che va a proporre anche quando per necessità strutturali e tecniche deve dare un occhio maggiore alla fase difensiva.
Poi, come capita molto spesso nel calcio – anche perché comunque bisogna mettere in conto anche l’avversario – è bastato subire un gol perché si cominciasse a temere di poter essere raggiunti nel convulso finale. Stavolta, però, forte soprattutto delle due segnature realizzate, l’apparato difensivo, soffrendo, ha retto abbastanza bene e in questa fase della gara gli apporti di Sbampato e di Mattia, aggregati in corso d’opera, sono stati molto apprezzati.
Cresce, intanto, e questa è forse la notizia che più deve confortare la società, la pattuglia degli under. Carotenuto e Perri rappresentano un valore aggiunto e danno vigore e forza allo schema di gioco di Alessandro Erra. Sono giovani, hanno garretti sani e, soprattutto, hanno voglia di affermarsi. Per quanto ovvio, però, devono ogni tanto respirare perché il ruolo che Erra ha disegnato per loro sulle due fasce richiede grossi dispendi di energie. In proposito però, e per fortuna, arriva come il cacio sui maccheroni l’ingaggio di Dramè, un elemento che non ha bisogno di presentazioni visti i suoi trascorsi in società di serie A e che potrà, appena in forma, essere di grande apporto al discorso tattico di Erra.
Cresce anche Gaeta, ma oramai non è una novità perché l’ex salernitano sta ritagliandosi un ruolo importantissimo nel reparto di centrocampo riuscendo a svolgere con la stessa efficacia sia il ruolo di tappabuchi che quello di incursore in avanti. Ottimi i suoi inserimenti sulla sinistra, al pari di Perri, che riescono a produrre cross invitanti per gli attaccanti.
In avanti, Diop ha fatto passi da gigante; ha cominciato a segnare ed è punto di riferimento costante della manovra offensiva. È da Calil, ancora legnoso, che è lecito attendersi qualcosa in più visti i suoi trascorsi; ma bisogna considerare il lungo periodo di inattività del calciatore. In ripresa Alberti dopo l’infortunio. Ma qui, in questa delicata zona del campo, Erra ha sempre in serbo la sua carta segreta costituita dall’immenso Scarpa, ancora più determinante quando viene giocata in corso d’opera.
In definitiva bisogna dire che la squadra anche a Rieti ha lasciato una buona impressione collettiva. C’è stata buona intensità di gioco, i reparti non sono apparsi scollati tra loro; anche la geometria in alcune occasioni non ha difettato. Inoltre, a differenza di altre precedenti prestazioni, fin dai primi minuti di gioco, la squadra ha dato subito la sensazione di poter recitare un ruolo da protagonista.
Adesso – in attesa delle due consecutive gare interne, rispettivamente con Reggina e Avellino – per dare maggiore vigore alla squadra, bisognerà fare i conti con gli elementi abili e arruolabili. Fra questi c’è sicuramente Francesco Scarpa, tenuto prudenzialmente a riposo proprio a Rieti.
Dalle due gare terribili in programma riusciremo probabilmente a capire e a valutare il peso tecnico-tattico complessivo della compagine azzurro-stellata.
Per il momento godiamoci gli undici punti in classifica.
Non sono molti, ma non sono nemmeno pochi.
Nino Ruggiero
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