Adesso c’è pure l’ufficialità: la Paganese è stata riammessa in serie C a scapito del Bisceglie che non è riuscito in tempo debito a mettere a posto il proprio impianto di gioco.
Stavolta, forti di esperienze del passato, la Lega e la Figc non hanno inteso derogare sulle scadenze e le hanno ritenute improcrastinabili.
Dunque, è fatta per la virtuosa Paganese. Quello che non sono riusciti a ottenere sul campo, i dirigenti della Paganese, primi fra tutti Raffaele Trapani e il notaio Nello Calabrese, l’hanno ottenuto in virtù di un comportamento lineare e oculato in termini di bilancio societario.
Adesso però è il momento della verità, in prospettiva di un futuro che è già qui.
L’impressione è che per prima cosa bisognerà fare di tutto per riconquistare una tifoseria oramai ridotta all’osso. Un paio di anonimi campionati hanno decimato le schiere di tifosi esigenti e competenti che, soprattutto nel corso dell’ultimo campionato, non sono riusciti a intavolare un discorso produttivo con la società. Quest’ultima aveva puntato molto su presunti disastri amministrativi di alcune squadre del girone e proprio per questo aveva ritardato oltremisura il richiesto irrobustimento della squadra. Difficile, poi, per non dire impossibile, a ranghi incompleti, con una squadra raffazzonata nell’ultima parte della sessione invernale, arrivare al traguardo della salvezza. Ci aveva provato in tutti i modi l’allenatore Erra che comunque, con tutti i problemi di inquadratura, era riuscito a trascinare la squadra nei play-out. Questa è storia di ieri, recentissima, inutile dire altro.
Ci vorrà adesso una vera e propria operazione simpatia per riportare al Marcello Torre i tifosi di un tempo.
Con tutti i problemi societari che impediscono voli pindarici in tema di ingaggi, stavolta bisognerà presentare ai ranghi di partenza un squadra quadrata che possa giocarsela con le avversarie senza alcun timore reverenziale, sia che si chiamino Catania, Avellino o Bari.
Molto dovrà fare l’allenatore che, da quello che traspare dalla società, dovrebbe essere Alessandro Erra. Dovrebbe essere lui a dare indicazioni di massima per l’ingaggio di atleti adatti al programma societario che comunque deve necessariamente rispettare parametri che ben si adattino al rapporto qualità/prezzo.
I segnali di una inversione di rotta e di programmi dovrebbero venire da due parti: dalla società e dalla tifoseria. La società dovrebbe allestire una squadra all’altezza della situazione, senza svenarsi ma con una oculatezza da speziale. La tifoseria dovrebbe rispondere in massa alla prevedibile campagna di abbonamenti per un segnale forte di presenza e di attaccamento ai colori sociali.
A chi spetta la prima mossa? Il dilemma è d’obbligo. È la società che deve trascinare il pubblico allestendo una squadra di tutto rispetto, oppure è la tifoseria che deve fare sentire il proprio appoggio incondizionato alla società azzurro-stellata? Probabilmente la prima mossa spetta alla società anche se è ancora d’attualità l’antico dilemma: “è nato prima l’uovo o la gallina?”
Nino Ruggiero
No Comment! Be the first one.