Come già successo nello scorso campionato, la Paganese si è qualificata per la disputa dei play-out.
Quest’anno è stata proprio dura e la rincorsa folle verso quel margine fissato in otto punti di distacco dalla penultima si è esaurita positivamente solamente nella giornata conclusiva della stagione regolare. Un mezzo miracolo, se vogliamo, concretizzatosi grazie a due vittorie negli ultimi tre turni. Il biglietto definitivo per giocarsi la carta dei play out è stato staccato domenica scorsa nella gara con la Viterbese.
Contro il Bisceglie, avversaria tenuta nel mirino per tutto il girone di ritorno, sabato 18 prossimo si giocherà al “Marcello Torre” la gara di andata; a campi invertiti la gara di ritorno è prevista per sabato 25.
Come ci è arrivata la Paganese a questo primo spareggio salvezza? (primo, perché in caso di superamento del turno ci sarà da incontrare, sempre con gara di andata e ritorno, o il Como o la Lucchese del girone A).
La prima considerazione da fare, a campionato regolare concluso, parte dai risultati ottenuti dagli azzurro stellati nel girone di ritorno, dopo l’arrivo dei rinforzi invernali.
Ebbene, dopo aver chiuso il girone di andata con soli 5 punti, minimo storico di tutti i tempi, la Paganese ha chiuso il campionato a 23 punti. Se la squadra nel girone di andata avesse avuto lo stesso rendimento offerto nella seconda parte del campionato, il bottino finale – è la matematica che lo dice – sarebbe stato di 36 punti; punteggio totale che avrebbe consentito alla Paganese di salvarsi direttamente senza passare attraverso un finale ancora tutto da scrivere. Tanto per avere più chiaro il quadro della situazione, basterà constatare che nel girone di ritorno il Bisceglie, diretta concorrente, ha racimolato 17 punti, uno in meno della Paganese.
È solo una considerazione, certo, ma serve per capire che in fondo la squadra – dopo essere stata adeguatamente rinforzata nei punti dolenti – ha camminato con il passo delle concorrenti alla salvezza diretta. Lo provano importanti e pesanti pareggi contro formazioni costruite per vincere e le ultime due vittorie conseguite contro Virtus Francavilla e Viterbese.
Una Paganese rinfrancata nello spirito e nel morale, grazie alle cure del suo allenatore Alessandro Erra, si appresta dunque a disputare la volata finale. Lo fa con cognizione di causa, forte di un apparato difensivo finalmente all’altezza della situazione e di una predisposizione all’intensità agonistica che non deve mai mancare in una squadra dagli evidenti limiti tecnici e strutturali.
Sarà proprio l’intensità agonistica in due gare dal sapore di “mors tua, vita mea” che la farà da padrona; inutile intavolare discorsi di carattere tattico che investono strane formule numeriche e che fanno a pugni con il vero calcio o pensare di poter assistere a gare dall’alto contenuto tecnico dopo una stagione semifallimentare. Alla Paganese adesso sono solo richiesti supplementi di impegno, dedizione e sudore per salvare sul campo una serie C che la vede protagonista da un decennio.
La vita è adesso, dice in una fortunata canzone Claudio Baglioni. Proprio così, la vita è adesso per la Paganese che deve prepararsi a sostenere il primo scontro con il Bisceglie fra nemmeno quindici giorni in casa; ma la vita è adesso anche per la tifoseria azzurro stellata chiamata a sostenere in forze la squadra negli ultimi delicati momenti del suo campionato.
“Scurdammece ‘o passato”: mettiamo da parte per un momento tutte le comprensibili ragioni che hanno determinato l’allontanamento della gran parte del tifo. Si tratta adesso di salvare una categoria e nessuno deve essere sordo al richiamo della maglia che reclama afflato e tifo per arrivare a un difficile traguardo.
Per avere tutti vicini, nella gara di sabato prossimo, oltre alla curva, c’è bisogno anche di avere un altro settore, diciamo il settore distinti, visto che la tribuna del “Marcello Torre” è oggetto di modifiche strutturali in vista delle Universiadi di luglio.
Il presidente Trapani farà bene a muoversi per richiedere tempestivamente al primo cittadino la riapertura di tale settore. Pagani non ha mai tradito o lasciata sola la sua squadra nei momenti di necessità. È nel dna del paganese essere presente nel momento del bisogno.
Lo sarà pure stavolta.
Nino Ruggiero
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